venerdì 18 ottobre 2013

A Colpi di Minoranza

Ieri sera in Consiglio Comunale, alla votazione delle Delibere Urbanistiche presentate dal Movimento 5 Stelle, il Partito Democratico di Rimini ha subito una sonora sconfitta. Per la precisione tre a uno, con un set pari, ma procediamo con il racconto di quei momenti. Era nell’aria. Si poteva intuire già dall’elezione di Allegrini (PD) come nuovo Presidente della III^ Commissione, quella dell’Urbanistica. La votazione è stata aperta da una gaffe di Bertino Astolfi (Rimini per Rimini) che in Consiglio Comunale, ripreso dalle telecamere, si rivolge al PD parlando di accordi politici non rispettati sulla rivisitazione di tutte le presidenze comprese quella del Presidente del Consiglio Comunale Donatella Turci, la quale, stizzita, gli ricorda di trovarsi in un luogo istituzionale e non una riunione della maggioranza. Forse si poteva intuire anche dall’assenza del Sindaco, colto da un improvvisa esigenza di “impegno istituzionale” dalla natura imprecisata; siamo andati anche a vedere il calendario dell’importante TTG (Travel Tecnology Day) in programma in questi giorni, ma il lavori in Fiera finivano alle 18.30. Può essere che lui e Vitali dovessero raccomandarsi l’anima al … Ministro Bray, che, comunque, non si è fatto pregare e il giorno dopo è spuntato sui giornali con la dichiarazione “L’aeroporto Fellini è un alimento per il sistema turistico“. Vero… però Ministro, sarebbe meglio chiedere in Procura chi poi se lo è mangiato quell’alimento, prima di fare dichiarazioni ad capocchiam. (scusi il latinismo).  La desolazione dei banchi della Giunta. Forse si poteva persino intuire dall’assenza del’Ass. Biagini che, dopo aver letto una striminzita disamina, pervenuta dagli uffici tecnici, del perché le 5 delibere pentastellate non potevano essere accolte, ha pensato bene di sparire, prima di essere imbrigliato in un tedioso dibattito. [Assessore per quanto può valere ha la solidarietà di chi scrive... anche a me gli interventi di Galvani fanno quell'effetto.] Fatto sta che tre delle 5 delibere, al momento della votazione, sono passate e tutte con un solo voto di scarto. Per meglio capire come si è venuta a creare questa situazione è bene spiegare la materia del contendere. Senza scendere in tecnicismi: il Movimento 5 Stelle di Rimini ha presentato 5 delibere urbanistiche che avevano come oggetto la riqualificazione degli ambienti urbani, senza per questo favorire ulteriore consumo del territorio, da usare come volano per la ripresa del settore edile, in grande sofferenza al momento. Un esempio per capire: una delle delibere prevedeva la possibilità di frazionamento di appartamenti di grandi dimensioni, che in molti casi non hanno più senso, nel centro storico. Lavoro per l’edilizia, opportunità per chi li possiede e un uso diverso dello spazio già esistente. L’esempio è semplice ma le delibere, nate dall’esperienza dell’Architetto Fausto Battistel e già destinatarie di elogi informali da parte delle categorie interessate, entrano molto profondamente nell’attuale esigenza del territorio e sconfessano nei fatti atteggiamenti propagandistici che poco hanno a che fare con la realtà. Un consiglio: chiedete di leggerle, le troverete molto interessanti. Ma perché queste delibere sono fonte di un imbarazzo tale da causare la debacle della maggioranza al voto? Anche qui molto semplicemente: Rimini ha a disposizione uno strumento urbanistico, il PRG (Piano Regolatore Generale), vecchio di vent’anni. Esiste un nuovo strumento, il PSC (Piano Strutturale Comunale), che il Sindaco ha dovuto accettare nella forma attuale per convenienza politica, ma che non vuole rendere operativo in quanto disturba le sue intenzioni (qualsiasi esse siano). Fatto sta che questo ha provocato una paralisi che dura oramai da metà legislatura. Si è provato ha dare un indirizzo politico con il Masterplan Strategico, una serie di cerchi e cartoline di Misano, ma evidentemente servono ben altre capacità che non quelle di un PR da Notte Rosa. Le delibere del Movimento 5 Stelle sono fortemente imbarazzanti perché, pur nella paralisi e nell’obsolescenza dello strumento PRG, riescono a proporre qualcosa di sensato, non demagogico e immediatamente fruibile. Insomma: fatti, non pugnette. Poi ci sono anche degli eleganti colpi di fioretto come le citazioni delle intenzioni programmatiche del Sindaco usate, dal Consigliere Luigi Camporesi ( Capogruppo M5S), nella presentazione, come introduzione alle delibere stesse. Dunque, ora che avete tutti gli elementi per capire la situazione, un po’ di cronistoria della disfatta per farsi due risate perché forse non tutti sanno che assistere al Consiglio Comunale può essere anche divertente. A seguito della presentazione delle delibere il primo intervento è del Consigliere Samuele Zerbini (PD), Renziano dichiarato e politico esperto, relativamente ai giovanotti in mezzo ai quali è seduto. Samuele capisce che le delibere hanno una valenza politica notevole e che bocciarle senza appello sarebbe una sciocchezza. Decide così per un percorso diverso, propone il passaggio in commissione. Da quel momento tra i banchi Democrat comincia una consultazione serrata. Il Consigliere Carla Franchini (M5S) interpreta tale avvenimento come la necessità del gruppo di stare un po’ da soli e di fatto chiede una sospensione di 5 minuti che, dopo varie contestazioni di metodo e maniera, viene concessa. Dopo la pausa interviene il grande Gennaro Mauro (PDL) che, infastidito da quella che comunemente viene chiamata partecipazione, stigmatizza la presenza di esseri senzienti tra il pubblico chiamandola ridicola e scandalosa. Un appunto al Consigliere PDL, ovviamente il modo di sentire politico è estremamente relativo, ma se vuole avere un punto di riferimento su cosa sia ridicolo e scandaloso basta dare un occhio alle imprese erotiche di Papi. Il successivo dibattito, fino al voto, si svolge tra le considerazioni della minoranza sul paradosso della situazione urbanistica e le supercazzole di MauroAgosta (Capogruppo PD), che dai tempi dell’appello ad “indebitarsi, indebitarsi, indebitarsi” per Aeradria non ne azzecca una. Anche in questa occasione non si fa pregare e spara. Grazie ad Allegrini, nuovo Presidente della III Commissione, prestissimo avremo un PSC di cui usufruire. Anche la supercazzola dell’Assessore Sara Visintin non aggiunge nulla alla discussione che era già stata messa in ordine da Camporesi nel suo intervento finale, utile a denunciare l’uso penoso di argomenti pretestuosi. Poi il brivido , il voto nominale. Il PD che doveva essere d’accordo per il no, tranne per l’eccezione già dichiarata di Zerbini, trova la sorpresa del Consigliere Gallo (PD), il quale decide di votare secondo coscienza. L’assenza di Astolfi, lo sceriffo in canottiera, evidentemente indispettito per il mancato rispetto dell’accordo politico di cui si parlava all’inizio del pezzo, fa il resto. Tre delibere passano, una pareggia ed un’altra rimane esclusa.. forse era il goal della bandiera. Da notare che se alcuni consiglieri del PDL non avessero parlato in favore delle delibere per poi però sottrarsi alla loro votazione sarebbero passate tutte e 5…. che volete che vi dica, saranno le larghe intese? Sconfitta. Può sembrare esagerato usare questo termine, ma non ce n’è un’altro per spiegare come una maggioranza possa essere andata sotto in Consiglio Comunale solamente perché non ha un contenitore dove posizionare e trattare delle proposte urbanistiche più che lecite. Purtroppo dal nazionale al locale chi vive solo di proclami si fa attendere un po’ troppo nei risultati e Rimini, coacervo di complicazioni, non può permettersi certe leggerezze. 
 P.S.
 La scusa del “siamo appena arrivati” non poteva durare per sempre, a metà legislatura non esistono cose di cui non si può imputare questa maggioranza ed è ora che si prenda le sue responsabilità politiche.
 Davide Cardone [@DadoCardone]