venerdì 25 ottobre 2013

Grillo e Renzi

Mi hanno scritto inveleniti dalla Leopolda, il quartiere generale delle forze d'occupazione renziane, per protestare contro l'accostamento tra il prossimo Segretario del Pdi ed il Niente di Rimini. E' stato un tentativo volontario, forse malriuscito, di paragonare due personaggi che hanno avuto la stessa partenza fortunata in politica, lo stesso percorso temporale, perfino gli stessi abiti. Un incipit per dire tante altre cose dello stesso spessore. Adesso faccio sul serio, scomodando l'unico vero leader non eletto ma acclamato da milioni di cittadini. La partita nella mia fantapolitica la vedo tra Matteo e Beppe. Sono rimasti i finalisti dopo l'espulsione giudiziaria, non elettorale, del protagonista indiscusso di 20 anni di storia italiana, inutile. La prossima tenzone elettorale la giocheranno l'uno contro l'altro, con il vantaggio per Grillo di conoscere benissimo il campo da gioco, l'altro è un novello ma democristiano, quindi nato per camaleontarsi a tutte le situazioni. La sua vita è uno slalom tra partiti e personaggi fino all'approdo margheritino, naturale e privilegiato trampolino di lancio nel Pd.  La sua rottamazione, poteva in qualche modo riecheggiare il fanculo grillino, ma è stata subito ripudiata non appena è rimasto unico serio partecipante alla selezione interna per pochi intimi. Mentre la fortuna elettorale del MoVimento deriva dal rappresentare la vera ed unica alternativa in un Paese nemmeno in grado di essere spiato, Renzi punta alla costruzione di un Partito Personale. Nell'attuale serraglio democratico tutti i giorni per lui sarebbero un calvario. Vuole chiudere il vecchio apparato e costruirne uno forgiato ad uso e consumo. Intanto si è attorniato dei migliori consulenti finanziari. Oltre ai noti Davide Serra (Algebris), Oscar Farinetti (Eataly), Patrizio Bertelli (Prada), alcuni cavalli di razza della finanza come Fabrizio Palenzona (Unicredit) e Alberto Nagel e Renato Pagliaro (Mediobanca), ai quali ha aggiunto Diego Della Valle con il quale saltella allo Stadio al grido di Juve Merda e le new entry come ColaoVodafone, GrecoGenerali e GuerraLuxottica. Un bel parterre popolare. Dentro l'attuale Pidi non ha alleati, la casta lo avversa, non vuole giocare con le regole di sempre, pretende e non mostra volontà di mediare. Il primo apre i lavori del proprio cantiere di governo: il secondo chiude la campagna elettorale in Trentino. Grillo e Renzi, per motivi ovvi e diversi, sono i due veri nemici delle larghe intese e di N....Sono due leader che fino ad oggi hanno giocato entrambi, anche se in modo diverso, la carta dell’antisistema e dell’antipolitica. Rottamatori, nemici del finanziamento pubblico e della politica tradizionale. Comunicatori eccezionali, capaci di gesti clamorosi, per quanto quelli di Renzi siano mediati dall'innata democristianeria e dall'appartenenza ad un inner circle esclusivo che non tollera esuberanze eccessive. La dichiarazione di Renzi di volere anche pescare nell'immenso lago del MoVimento è più di circostanza che di sostanza. Il suo elettorato è moderato al punto da coincidere con quello in uscita precipitosa dai servizi sociali pidiellini. Ha convinto con facilità i Morolli105 e la sottocasta democrat, quelli che vanno dove spira il vento, i Gnassi per capirci. Ma l'elettorato, reduce dalle troppe giravolte sempre in direzione di un accentuato centrismo, non lo becca. Il paese sfinito, disperato, avvilito, disoccupato non può vedere nei fondi d'investimento che lo sorreggono, la sua salvezza. Molto più facile, semplice, affidare un voto di speranza al MoVimento che sembra in grado di iniziare un cammino con una buona dose di autonomia. Non lo diciamo per Nando Piccari, il suo linguaggio da spiritoso e ironico si è trasformato in bilioso e monotematico. Occorre dirlo al Padrone Bugli o cambia...sinfonia o giornalista.