domenica 13 ottobre 2013

Direttiva Melucci

Ho letto che Melucci ha dettato il compitino ai due parlamentari riminesi del Pd sulla ventilata proposta Barettiana di vendere il demanio marittimo, sostenuta da Tarantino Pizzolante. Una partita che intelligentemente ha chiesto venisse giocata nel campo della Conferenza Stato Regioni, con lui delegato ed arbitro compiacente Errani, come Presidente Emerito. La classe non è sabbia, sarebbe assurdo lasciare una materia tanto delicata nelle mani improvvide di una Petitti. Nella riunione in cui è scaturita la fantasiosa proposta, l'onorevole cittadina a diaria piena non ha profferito una parola, ha preso appunti. Io sono d'accordo che il demanio marittimo venga trasferito alla Regione di appartenenza, con delega ai comuni rivieraschi. E' scontato che tutto possa cambiare in riferimento alla Bolkestein che continua ad essere temuta da quasi tutti gli interessati come una tragedia invece di assumerla come grande opportunità. Quale sarebbe la giustificazione per tramandare perennemente un titolo concessorio sul bene pubblico? Il demanio monarchico o l'Oasi dei bagnini? I canoni che verranno applicati a livello locale non avranno nulla a che vedere con quelli attualmente imposti dallo Stato ma saranno più vicini alle valutazioni di mercato. Le Agenzie delle Entrate hanno montagne di rilevazioni certosine dal basso e dall'alto degli elicotteri sulla categoria ombrellata. La mia personale paura è che per fare presto ci si fermi al federalismo fiscale, trasformandolo in demaniale. Portando le proprietà in seno agli enti locali, diventerebbe un altro italico casino. Va sottolineato che modificare la classificazione del demanio marittimo in bene disponibile è questione assai più complicata di come la racconta il Ragionier Baretta. Un sindacalista cislino finmeccanico che per quanto nato a Venezia, gondola molto male sulla sabbia. Questi allievi stregoni dovrebbero chiedersi perchè da sempre il Demanio Marittimo sia governato con queste ferree regole. La fascia marittima è anche un confine del nostro Stato, la terra interessata dall'azione del mare non può che essere pubblica. Vista l'ignoranza dilagante sull'argomento, mi permetto di ricordare ancora una volta, con un esempio intuibile anche dalla Scuola Pizzolante: se per cause naturali o altre, il Mare avanza di decine di metri, come è capitato a Misano, con la folle idea di vendere il demanio, il giorno dopo lo Stato o chi per esso, senza rifondere un euro, si riprende quelle proprietà, non fosse altro perché sono diventate.. mare. Credo che neanche Baretta arrivi a teorizzare che ci possa essere un pezzo di mare privato. Occorre ritrovare il buon senso ed iniziare una proficua discussione. Vale per tutti vecchi e nuovi arrivati al proscenio politico. I più antichi hanno la fortuna che dopo le maronate iniziali hanno capito che la strada del consenso del bagninum può portare all'elezione di un Gnassi, ma anche all'impossibilità di innovare la spiaggia. Melucci, largamente il migliore, invecchiando li guida sulla retta via. Intanto anche la ventilata proroga di cinque anni deve passare al vaglio europeo. Le minacce di sanzioni saranno certezze. Allora chi pagherà? Le infrazioni verranno aggiunte ai canoni demaniali? L'interesse generale ha ancora un valore? Allora non è meglio per gli aspetti qualitativi dello sviluppo che queste proprietà rimangano pubbliche? Stabiliti gli indirizzi generali si deve partire con pianificazioni opportune, non con l'ottava variante al Piano Spiaggia richiesta dai bagnini ed Allegrini. Pianificazioni strategiche che dovranno essere messe in mano ad imprenditori veri, se come affermano i Signori della Sabbia, come loro non spazza nessuno, benissimo, saranno i nuovi interpreti di un augurato processo di riqualificazione. Con un bando. Importante è assumere il canone come fattore secondario, in virtù del fatto che è meglio incassare meno di affitto pur di avere una Spiaggia concorrenziale. Da almeno sei anni in questo blog, mi/ci battiamo solitari per questa impostazione. Siamo partiti da soli contro tutti, destra, centro e sinistra oggi riuniti. Piano, piano alcuni, i più avvertiti politicamente si stanno staccando dal coro dei bagnini. Dobbiamo condurre su questa strada anche la forza più integra ed onesta, gli unici dubbi ci sono arrivati quando abbiamo letto che anche Gnassi ci segue. Una volta ottenuto come gli altri sindaci il Viale Paesani, si accontenterà, la balaustra segna i confini del suo regno.

P.S.
Ha fatto più paura la Zdora sotto l'Arlotti che minacciava i grillini di fare un'altra rotatoria a Rimini. Ma è vera la storia del versamento di 25 mila euro per candidarsi? E' possibile la rateizzazione?