giovedì 10 ottobre 2013

Clandestini

Mi permetto un breve sunto della normativa vigente sull'immigrazione. L'impressione è che il dramma lampedusano, l'ennesimo, una tragedia all'ingrosso, abbia partorito una serie insultante di commenti, come se Bossi&Fini, che hanno milioni di colpe, avessero costretto centinaia di migliaia di persone disperate a montare su imbarcazioni da scommessa perdente. I drammi in Italia hanno sempre un aspetto giornalistico e mediatico più avvilente delle cause. Le esibizioni istituzionali raggiungono il massimo del disgusto e vengono giustamente contestate. Lo straniero che non ha un regolare visto di ingresso o un permesso di soggiorno, o che si trattenga in Italia oltre i tre mesi, verrà espulso o accompagnato alla frontiera. Sono clandestini gli stranieri entrati in Italia senza regolare visto di ingresso. Sono irregolari gli stranieri che hanno perso i requisiti necessari per la permanenza sul territorio nazionale (come il permesso di soggiorno scaduto e non rinnovato), di cui erano però in possesso all’ingresso in Italia. Secondo la normativa vigente, i clandestini devono essere respinti alla frontiera o espulsi. Non possono essere espulsi immediatamente se hanno bisogno di aiuti medici o se è necessario compiere accertamenti sulla loro identità o nazionalità. Gli immigrati possono essere trattenuti, previo provvedimento del questore convalidato dal magistrato, nei centri di permanenza temporanea e assistenza per il tempo strettamente necessario per la loro identificazione ed espulsione. Il cosiddetto Pacchetto sicurezza del 2009 (decreto legislativo n.94 del luglio del 2009) ha configurato la fattispecie del reato di immigrazione clandestina generata dall’ingresso e dalla permanenza illegale nel territorio italiano di cittadini non comunitari. La Corte costituzionale nel 2010 ha parzialmente bocciato la norma relativa al reato di clandestinità, dichiarando non punibile per giustificato motivo lo straniero che, in estremo caso di indigenza, non ottemperi all’ordine di espulsione. Nel 2011 si è espressa anche la Corte di giustizia europea, che ha restituito la libertà a un cittadino tunisino di nome. L’uomo, di nazionalità algerina, era stato espulso dall’Italia nel 2004 e poi condannato a un anno di reclusione nel 2010 per avere ignorato un secondo ordine di espulsione. La sentenza stabilisce che la clandestinità in sé non sia un reato punibile con la detenzione. Mi sono permesso, rispettato il giorno di lutto, di pubblicare un sunto delle normative che regolano(?) nel nostro Paese di Letta l'immigrazione clandestina od irregolare. Le maree di indignazione ed orrore dureranno qualche giorno poi si continuerà con il traffico di carne umana. I porti libici sono i più attrezzati, si possono trovare a prezzi concorrenziali le carrette che nel migliore dei casi, se non/le affondano vengono sequestrate. A Lampedusa ve ne sono alcune centinaia. Non esiste dubbio che l'azione comune almeno europea dovrebbe essere esercitata, invece dei bombardamenti, nei confronti di quei governi che (oggi) incentivano l'organizzazione del traffico. Non a caso con il Gheddafy amico degli italiani non arrivava nemmeno un pedalò. Le organizzazioni criminali oggi abbondanti vedono un vero business nell'organizzazione, i campi profughi sudanesi sono un serbatoio inesauribile. Una volta imbarcati diventano un caso umano che investe ormai solo il nostro Paese. Malta sarebbe una rotta più agevole e vicina, ma sanno che usano le maniere "forti", quindi navigano verso Lampedusa. I tre pescherecci incrociati non avevano nessuna possibilità di portare soccorso ad una imbarcazione con 500 persone, se non allertare la Guardia Costiera. Il dramma è avvenuto ad un chilometro dalla Spiaggia dei Conigli, il barcone si è incendiato e rovesciato, i soccorsi anche tempestivi hanno salvato poche persone. Penso che se Lampedusa fosse di fronte ad Amburgo le cose non andrebbero così.