giovedì 10 ottobre 2013

V Peep

V Peep voce: del verbo procrastinare. 
Siamo appena arrivati. Il Sindaco di Rimini l’ha affermato con decisione in più di un’occasione e ciò fa di questa Amministrazione una gestione adolescenziale. Mi spiego meglio. Se la vita di una amministrazione è relativa solo alla legislatura in qui è impegnata, escludendo a priori la continuità politica con le altre amministrazioni anche se dello stesso partito, attualmente siamo ad un terzo… ossia nell’età dell’adolescenza. A parte il mero calcolo matematico, anche il comportamento della Giunta pare indicare questo periodo della vita. Cosa si ottiene chiedendo ad un adolescente medio di fare una cosa? Ti dice “si adesso lo faccio” e poi procrastina fino a determinare una situazione d’emergenza in cui, o qualcuno si stufa e lo sostituisce, o egli stesso è costretto, sbuffante, ad impiegarsi in quello che gli era stato chiesto. Ovviamente farà un lavoro approssimativo. Può sembrare ardito paragonare un’Amministrazione ad un adolescente, ma seguendo le notizie del Comune di Rimini ci si accorge che ogniqualvolta viene fuori un problema, che interessa un certo numero di cittadini, si risponde “si adesso facciamo un tavolo tecnico” e poi “campa cavallo che noi dobbiamo pensare alle feste“. Ditemi voi se questo non è un diciassettenne! Queste considerazioni ci sono parse quanto mai pertinenti dopo aver assistito ieri sera, presso la sala della Conciliazione in via Della Fiera, alla riunione del Comitato del V Peep. In una sala gremita di cittadini, con posti in piedi fin sulle scale dell’entrata, l’Avv. Beatrice Belli dello studio Coletti, ha presentato il ricorso depositato presso il T.A.R. di Bologna. Un ricorso di circa 60 pagine, con ben 12 motivi di impugnazione e con la forza di millecinquecento (e rotti) ricorrenti. Oggetto del contendere i maggiori oneri di esproprio richiesti dal Comune e il riscatto, facoltativo (per quanto facoltativo possa essere possedere la propria casa), di circa 30-35 mila euro ad abitante. Come detto i motivi di impugnazione sono diversi e tra questi annoveriamo: l’incompetenza dell’organo, prescrizione degli oneri, calcolo degli interessi viziato dall’inclusione di pertinenze ad uso di tutta la città e non solo del Peep (scuole, poste etc..), contrasto con la legge vigente sull’alienabilità del bene e diversi altri errori d’istruttoria. Per chi vi scrive uno dei motivi di impugnazione più interessanti è la non comunicazione dell’avvio del provvedimento. Le Amministrazioni sono per legge obbligate a comunicare l’avvio di un iter procedurale che andrà a mettere le mani nelle tasche dei cittadini e questo per fare in modo che il cittadino stesso possa collaborare al processo in oggetto. Sembra che il Comune di Rimini abbia pensato bene di comunicarne solo il risultato. In ogni caso le considerazioni tecniche saranno oggetto del ricorso che è partito e proseguirà il suo percorso nonostante l’intervento di Sergio Funelli, che ha promesso di aprire, presto o tardi, un tavolo tecnico (!) sulla questione. Daniela Montagnoli, presidente del Comitato, ha letto in assemblea la mail del Capo di Gabinetto del Sindaco (chiamato dai confidenti Contratto D). A quando questo tavolo? Pare che la risposta sia stata :”voi intanto pagate gli oneri, per il resto c’è tempo“. Dunque dopo i ricorsi dei Costruttori, dopo i ricorsi dei Teleriscaldati, dopo i ricorsi degli Espropriati TRC, dopo le azioni del Comitato di Santa Giustina, dopo Rimini Uptown, dopo il doppio ricorso al concordato di Aeradria e il fallimento di Air.. dopo tutto questo un’altra brutta faccenda finisce in un tribunale. Come al solito gli interessi toccati sono quelli dei cittadini che, neanche a dirlo, devono trovare da soli un modo per difendersi. E’ rimarchevole ai fini statistici notare come la reazione sia sempre la stessa, quasi ad indicare un modus operandi. La negazione è assolutamente bandita come nei migliori insegnamenti di marketing, si usa molto gerundio (facendo, ponderando) e si rimanda la decisione a forze superiori che esulano dalle volontà di miseri amministratori, cose tipo: “i nostri parlamentari se ne occuperanno“, “fate bene a fare ricorso noi non ci opporremo” e amenità del genere. Il problema, come per gli adolescenti di cui si parlava all’inizio del pezzo, è che puoi essere anche arrivato da una dimensione parallela in cui non si sapeva nulla di ciò che sta succedendo e può anche darsi che ci siano delle cose sotto l’egida crudele del Destino, ma…. prima o poi qualcuno li deve lavare ‘sti piatti. 
 P.S. Il ponte di via Coletti è sotto osservazione dagli anni ’80, oggi all’improvviso sta per cadere.
 Davide Cardone [@DadoCardone]