domenica 22 marzo 2015

CGIL Rimini e Jobs Act

Ha fatto bene Massimo Lugaresi, nel suo ultimo articolo, a mettere in luce l’atto “rivoluzionario” della CGIL di Rimini che ha avuto il coraggio di sbugiardare le trionfalistiche locandine della cosiddetta stampa locale sugli “ottocento nuovi assunti” con il Jobs Act. Il significato simbolico di questa presa di posizione, pur chiara anche ai non addetti ai lavori, è notevole. La CGIL dichiarando semplicemente che i cosiddetti “ottocento nuovi assunti” non sono altro che 794 trasformazioni di contratti “atipici in essere”, ha compiuto, nel suo piccolo, un atto altamente rivoluzionario. Ha detto la verità. Oggi dire la verità pura e semplice, in un panorama informativo totalmente falsato, è un atto profondamente sovversivo e quindi “rivoluzionario”. Fatto poi dalla CGIL, cioè dal sindacato più collaterale che si possa immaginare, al partito di maggioranza relativa, il PD, assume un ancora maggiore rilievo. Forse vuole dire che, in modo tangibile, la politica degli annunci, delle spacconate, dei continui “evviva” “evviva” che contraddistinguono il governo Renzi, per la prima volta e proprio dal sindacato più sodale, viene messa in discussione. In questo senso è giusto dire con Lugaresi: brava CGIL! Non si può infine nascondere che l’insofferenza ormai palese, anche negli organismi collaterali nei confronti del Governo degli Annunci, si può estendere anche ai suoi cloni di vario livello: “Alfanismo”, “Lupismo”, e, perché no, “Gnassismo”. La strada è ancora lunga perché, in assenza di una valida alternativa, l’insofferenza, per ora, si è fermata (e non può che fermarsi) all’astensionismo bulgaro. Manca ancora un qualcosa che possa far credere alla possibilità di cambiare effettivamente. Questo a un popolo, quello italiano, che ormai non crede più a nulla. Tuttavia la legge dei grandi numeri non esclude che qualcosa di alternativo al “Renzismo”, più cloni vari, potrebbe, prima o poi arrivare. Un piccolo sondaggio lo avremo fra un paio di mesi nelle elezioni regionali per quanto monche. Specialmente dai risultati della Lombardia e del Veneto. Woland