sabato 14 marzo 2015

Pochezza porta..pochezza

Parlo della Casa della Sposa "portuale". L'ultima stronzata diventata ufficiale con l'approvazione della delibera da parte di una maggioranza senza aggettivi. Rappresentata, degnamente, dal Sindaco quanto mai a "tempore breve". Una ventina d'anni fa, un comitato mordi e fuggi, durato un mese, come era di moda, dopo le solite ambizioni di rovesciare la città, si limitò alla "segnalazione" che il luogo, occupato oggi dalla duna della sposa, si presentava come angolo dei "bisogni" corporali. Uno degli amministratori di allora disse semplicemente: abbassiamo il muro. Il comitato sparì, spossato dall'impegno profuso. L'abbassamento del muro, oltre a permettere la visione del "pisciatore" concedeva anche la possibilità di vedere il..mare. Ecco perchè affermo, da vecchio, senza il permesso di Melucci, che gli attuali gestori della cosa pubblica con lettere di patronage, sono proprio scarsi. La scelta, successivamente, cadde invece su un "bucolico" giardino del cazzo. Pensavo che le stronzate colorate di verde fossero finite. Il buon Sancisi, architetto sempre agli ordini di Chicchi, come Anthea a quelli di Gnassi, alzò il giardino di un mezzo metro. Per anni fu curato in maniera ossessiva proprio per giustificare la maronata. Entrato, il giardino, nell'era Ravaioli, finì disboscato come tutte le nostre proprietà immobiliari. La scusa era che il bosco, nel frattempo cresciuto, era diventato il più famoso vespasiano di Rimini. Il resto lo fece la natura, accumulando negli anni la sabbia fino a raggiungere la mura che delimita la spiaggia dal porto. Allora riuscirono a creare un problema dal niente, oggi ci mettono le..spose. Manca, come su tutto il territorio, una visione programmatica che possa rappresentare uno strumento valido per tutti. Abbiamo due delegati all'urbanistica: strategica e strutturale, ma uno è nel cuore di Gnassi, l'altro è fegatello. Possibile che in quel casino che oggi è il Porto ci si debba inventare uno spazio, costoso, per andare a nozze, magari riparatrici? Non raccontate che è solo un palco per gli sposi, per di più esposto all'azione diretta del mare, all'inizio della passeggiata costruita in sicurezza sopra gli scogli, per la quale gli uffici comunali avevano fatto richiesta di finanziamento alla competente regione. Ovvio che questo " Belvedere" con sottostanti servizi, diventerà uno spazio polifunzionale per ogni tipo di iniziativa..futura. Funge da palco, il pubblico potrà trovare spazio nel Piazzale Boscovich. Questa storia è cosa piccola. Degna della Città e del Corriere del Pd che oggi locandineggiava con la grande "approvazione" consiliare. Si era iniziato con una pisciata di troppo e siamo arrivati a spendere, per il momento, 300 mila euro. Tre casette dei Civivo e ti Sposo. Questo angolo di spiaggia-porto, aveva già subito in passato analoghe invenzioni, dissolte nel nulla. La palestra del benessere socialista della Vittoria Capelli negli anni ottanta ed il più recente Turquoise, sponsorizzato, fino all'indagine e la catastrofe commerciale, dall'attuale Taglianastri, sono state le più clamorose. Della Ruota non dico niente, parla il condono. Le feste sul Porto non le ha inventate l'Art Director, ci sono sempre state. Quella della Cgil il 1° Maggio, con ristoranti, musica ed attrazioni era famosissima... quando c'erano ancora i lavoratori.