domenica 22 marzo 2015

Se la politica cade e nessuno la sente

Tra il 1600 e il 1700 la scuola filosofica dell’Empirismo Inglese definì un nuovo ed affascinante concetto, una rivoluzione. Locke, Hume, Hobbes, Berkeley teorizzarono che l’essenza di un oggetto non è una caratteristica dell’oggetto stesso, ma sta nella percezione di chi ne ha esperienza. La mela è verde sempre … o è verde perché chi la guarda identifica in quel colore il riflesso della luce nei suoi pigmenti? Esiste un “indovinello” filosofico che descrive perfettamente questo concetto: Se un albero cade nella foresta e nessuno lo sente, fa’ rumore? I pochi affezionati che mi fanno il piacere di leggere le derapate sulla mia tastiera si staranno (forse) chiedendo perché parlo di filosofia. Ebbene, anche se non sempre esplicitamente, è quasi impossibile non parlarne poiché essa è la misura della vita. L’Empirismo, retaggio di ormai passati studi, è molto presente nelle mie riflessioni di questi giorni. Mi trovo in questa foresta, vedo i segni di questo enorme albero caduto, ma nessuno ne da notizia. Non è stato sentito? L’albero è la politica, ma tutti fanno finta che sia ancora in piedi. La scia del suo abbattimento, sembra più danno da parassita che caduta naturale, si percepisce in ogni cosa che il politico è chiamato ad amministrare. Prendete il recente caso Lupi ad esempio, ma non consideratelo il più eclatante. Un Ministro, tanto evidentemente inadeguato al ruolo che non va bene neppure per il fondo di barile da cui pesca il Governo Renzi, si rivolge al potentissimo (quanto inefficace) Ercole, tecnico del sistema, per un posto di lavoro al figlio. Lì un po’ di rumore qualcuno deve averlo sentito. Gli apici dell’Amministrazione del Paese che mettono a rischio interessi, leciti e illeciti, per cosa? Per trovare posto a un imbecille … almeno è quello che mi è venuto da pensare, considerando il fatto che non sia capace di identificarsi da solo come figlio di un Ministro, cosa che gli avrebbe fatto trovare comunque un lavoro (Eddai.) Forse non tutti sanno che tra le varie indagini, causate dallo scoperchiamento del calderone Incalza, ce n’è anche una che ci riguarda da vicino. Praticamente il giorno dopo la dichiarazione del Primo Cittadino sul TRC “la palla è mia e ci gioca solo chi dico io”, sono finiti nel registro degli indagati Attilio Navarra, Luca Navarra e Alessandro Paglia, cioè Italiana Costruzioni, azienda che realizza le opere per il metrò di costa. Agenzia Mobilità, alle prese con una fusione “salva tutto”, osteggiata però dai Sindaci Revisori, dichiara che ciò non avrà conseguenze sull’appalto del Metrò di Costa. Come non credergli, soprattutto quando il solo incidentalmente zio (Melucci) della Presidente continua a dichiarare, via Facebook, che 100 milioni di euro non potevano essere spesi più strategicamente. Strategico. Quante volte lo abbiamo sentito usare quest’aggettivo a Rimini. Personalmente lo ritengo eco di quel rumore di caduta che pochi vogliono sentire, perché tutto quello che viene chiamato strategico fallisce o è sulla via del fallimento. Hanno fatto persino un Piano Strategico, come a far intendere che le macerie che ci circondano fanno parte di un piano (sicuramente costoso). Siamo entrati ormai nell’ultimo anno del quinquennio del “fu” Golden Boy, colui che ci ha fatto passare dal sogno al segno e sicuramente ha dato segno di aver scambiato gli slogan per realtà. Ultimamente si attacca anche a quelli degli altri. A Rimini il PD ha regalato 1000 posti di lavoro. Chi vi ricorda? Questo è rumore di caduta ed è pure forte, considerato che nessuno si è fermato neppure per un secondo a pensare che se i posti fossero reali (e non cambi di contratto) si azzererebbe la cassa integrazione. Il problema però non è che il Taglianastri autoctono non capisca la differenza tra il segno e il sogno, ce ne sono tanti che se seguiti bene conducono un esistenza normale, la complicazione arriva quando altri si atteggiano brindando alla cultura che porterà il recuperato teatro con giardinetto, mentre il fine ultimo è riproporre un cazzo di Festival Bar in piazza Malatesta. Non che te lo deve leggere la zingara sul palmo della mano per capirlo. Basterebbe osservare. Capitan Gnassi in quattro anni di timone, senza scogli che non si sia andato a cercare da solo, è riuscito solamente a fare da airbag per Cagnoni e da apripista per Hera. Come dite? La Notte Rosa … eh beh! Il primo fine settimana di luglio è difficile da Riempire a Rimini, certo. Il Quinto Anno, quello in cui tutte le Amministrazioni Comunali di questo sistema solare (ma suppongo anche degli altri) si giocano i Jolly, quella di Rimini fa la danza della rotonda, forma tribale di preghiera per propiziare la madre di tutte le rotonde, quella dell’incrocio di Via Montescudo. I ben informati, quelli che partecipano alle commissioni che la maggioranza snobba, ci fanno sapere che la procedura di esproprio si “dovrebbe” concludere in novembre e che solo dopo si potrebbe consegnare il lavoro alla ditta esecutrice …. Questo sempre che ANAS non abbia altre opere in giro delle quali sia già stato depositato il progetto definitivo. Tradotto: difficile che le rotonde appaiano prima della fine della legislatura. Lo sentite l’albero? In tutto questo c’è un aspetto paradossale. La caduta che nessuno ha sentito, ma di cui si scorgono inequivocabili i segni, è avvenuta non a causa di un ostacolo, ma al contrario per via della troppa corda di cui si sono dotati e con cui si sono impiccati i politici professionisti. Nel Governo del paese, così come in quello di Rimini, è stato completamente esautorato il ruolo dell’opposizione. Così come il Governo ghigliottina e cangura dopo aver chiesto delega e fiducia, nella piccola provincia dai grossi guai, la Maggioranza boccia senza appello e senza merito qualsiasi tipo di emendamento ai suoi interessi, negandosi il “memento mori” che la Costituzione aveva giustamente previsto. E’ veramente triste vedere ragazzetti, che se non vivono ancora a casa con mamma poco ci manca, affermare di non aver intenzione di farsi tirare per la giacchetta, mentre rimbalzano, senza motivazione senziente, istanze di chi come loro è stato scelto per rappresentare. Vien quasi da chiedersi se a papà abbiano regalato un vestito nuovo.
 P.S. La possibilità che un albero cada in testa ad un sordo è molto alta.  @DadoCardone
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