martedì 31 marzo 2015

Ci vorrebbe un ..Generale

La situazione a Rimini è talmente scandalosa sotto tutti i versanti che perfino il meteo bisogna truccarlo ed adattarlo al modesto clima turistico. Cosa ci vorrebbe per riportare la normalità in..Città? Molti, la maggioranza del 40% ancora disponibile ad infilarsi in una cabina, credo voterebbe ancora un Gnassi in versione femminile dopo l'esperienza vissuta con l'originale. Le ragioni sono tante, soprattutto legate alla sopravvivenza che credono legata al renzismo. Il resto del resto dei votanti si spargerebbe su diversi sentieri, impedendo la formazione di una vera maggioranza che da tempo esiste in Città. Questa storia si ripete da venti anni, da quando il "semplice" Tadei stava per diventare Sindaco. Ebbero la paura fottuta che un imprenditore serio, perfino molto cattolico, diventasse il primo cittadino scelto nella cosiddetta società civile. Ravaioli, proveniente, non a caso, dalle stesse sponde ebbe fortuna con la coalizione di centrosinistra. Perchè mi affanno a raccontare sempre le stesse cose? Per la ragione che non reputo quella bravissima persona di Corrado Paolizzi e quella altrettanto pregevole di Bruno Sacchini come credibili alternative al successore di Gnassi. Stravince anche questa volta, se posso azzardare il pronostico, perfino più facilmente. Nonostante la mole di reati, le stronzate progettuali, il dissesto sociale ed economico della città, la sparizione dei sindacati casalinghi o fintamente oppositivi nel commercio ed artigianato. Nella Cna fanno fatica a trovare un presidente, quando fino a due/tre anni fa era un vero centro di potere. Il quadro ha come perfetta cornice la Fondazione Carim e la sottostante Banca, definita giustamente della Città. Il PD eredita e conserva le maggiori responsabilità di una politica intrisa di inciuciante consenso, trasformato con sentenza non passata ancora in giudicato in associazione atta a de....Cosa conta oggi l'associazione industriali o peggio quella degli albergatori? I medici li abbiamo provati, perfino i primari. Gli ingegneri anche, con la breve esperienza di Marco Moretti, sui professori della politica, si potrebbe scrivere un romanzo..quello delle tre scimmie. Rimarrebbero solo gli avvocati, architetti e geometri, più adatti per mestiere e vocazione. In Redazione avevamo pensato all'unanimità, come quando parliamo male di Gnassi, ad una candidatura del Cancelliere. Non ci ha neanche risposto intento a confezionare uno dei sempre ilari articoli che infondono fiumi di speranza. Io però un candidato ce l'ho, personale. Condiviso con un forte applauso: Enrico Cecchi, il nostro generale preferito. Personaggio che ha sfidato la temerarietà con le accuse rivolte alla Fondazione ed alla sottostante Banca. E' diventato il Robin Hood dei piccoli azionisti, perfino sbeffeggiati. Avendo una lunga esperienza di fallimenti passati, ero e siamo nel Blog, compreso il Cancelliere, tutti d'accordo sulla soluzione. Ci sono delle situazioni emergenziali che necessitano una cura forte. Lungi da me, da noi, vecchi praticanti della democrazia elettorale, pensare all'Uomo Forte di littoriana memoria. Non lo conoscevo prima, ho avuto piacere ed onore di scambiare con lui alcune veloci impressioni sulla nostra allegra società associativa ed in particolare sulla Carim che riassume tutti i mali riminesi. Li ha fatti scoppiare lui, i bubboni bancari sui quali cercano di stendere veli pietosi a spese dei "piccoli azionisti" perfino vilipesi. Interpreta il Robin Hood dei conti correnti. Difende i deboli contro i potenti. Uno che ha mostrato un coraggio civile che a Rimini rasenta la temerarietà, sarebbe in grado brillantemente di curare tutti i mali endemici prima di riconsegnare la Città..pulita. Poi vanno benissimo anche Paolizzi e Sacchini. E' la mia opinione come quella sulla qualità della complice stampa cittadina. Ma su quello ci tornerò.