martedì 31 marzo 2015

Non c'è partita

Landini fa quello che tutti si sarebbero aspettati dalla "sinistra" Pd. Il messaggio lanciato è chiaro: "Renzi è peggio di Berlusconi". Una offesa che nel linguaggio di Repubblica raggiunge l'apice del pensabile senza querele. Oltre, politicamente non c'è niente, a meno che non si ricordino tutte le associazioni scoperte nelle poche e prescritte indagini effettuate. Come fai a non pensare che i meccanismi per le lagune, le esposizioni, gli immigrati non siano gli stessi che sottendono i grandi ed anche i piccolissimi appalti? Chi ti garantisce che Rimini non sia diversa da Roma? Le poche, pochissime volte che qualcuno ha tentato di sollevare il pentolone piddino è uscito di tutto, perfino più del necessario per capire che ormai è il Sistema Italia da rottamare. Ad ogni scandalo aumentano le pene. I processi cadono tutti nella doverosa prescrizione, sono le normali panacee per lo scandalo di turno. Non è nemmeno corretto allungarle, un aiuto immorale per negare una verità certa, sicura e veloce. La lentezza del nostro procedimento penale è scandalosa. Le ragioni sono talmente tante che tutti preferiscono lasciare le cose come sono. Provate ad entrare, magari innocenti nel girone infernale della giustizia. Il Carlino, signorilmente, lo ha ricordato. Io, da casa e da tre anni, al centro del sistema, mentre Chicchi non sapeva niente. Mi salvò un giudice, Dott. Cetro, davvero "terzo" al quale raccontai che fui l'unico assessore a proporre un cambio di ..posto all'Ing Fraternali. All'altro giudice non interessava. Per la cronaca del dopo venti anni, lui mi incarcerò per falsa testimonianza senza mai contestarmela. Non interessava, ero io il politico adatto, anche esteticamente. Oggi esiste una dicotomia politico-giudiziaria insopportabile. L'Italia è controllata dal Pd. Tutta, a parte, qualche spazio quasi insignificante. Condurre indagini significa andare contro il Partito di Renzi. Una ragione, comprensibilissima da tutti perchè se ne fanno poche. La magistratura non abita in Finlandia. Ma il vero problema di Renzi è un altro. Non ha una classe dirigente sul territorio. Per capire basta pensare a Rimini, realtà passata dal dalemismo al renzismo, smaccatamente inciuciante, senza problemi. Però la vecchia classe ha una origine diversa. Lasciamo perdere Gnassi, la velocità del suo trasformismo è professionale, ma il resto è difficilmente catalogabile nel centro..destra. Claudio Velardi ex spin doctor di D'Alema, quindi il massimo del cinismo e realismo politico, ha definito il commovente ma ridicolo gruppo dei Civati, Fassina, Cuperlo, D'Attorre, Boccia, ecc, come "dieci piccoli indiani". Oggi per formare od inventare partiti, movimenti, raggruppamenti devi avere un leader. Le conferme sono anche recenti. L'ultima colossale prova la fornisce il M5S. Arrivare ad essere la prima forza italiana in pochi mesi è un'opera straordinaria ma pericolosa, dovuta e legata al traino di Grillo. Come scende Grillo, per mille ragioni concomitanti, cala il MoVimento. Se qualcuno usa la testa si può ancora pensare di utilizzare lo zoccolo duro dei consensi per trasformare la necessitante invenzione in uno strumento per il Paese e non una mera alternativa all'astensionismo. Non si può regalare al Sistema Renzi anche questo. L'accordo con il semi leader Landini è necessario. Così, localmente, con le forze che si oppongono a questo Pd pigliatutto. Il problema non è D’Alema ne Bersani. Sono questi nani che si stanno contendendo la leadership della sinistra non renziana. Non c’è un leader che venga fuori e dica adesso faccio io. Renzi ha assunto quelle vesti. Non è nato imparato per quanto svezzato nella culla democristiana. Il pompaggio, il doping mediatico lo ha trasformato nell'uomo al comando. Ci ha messo del suo: una innata furbizia e loquacità spicciola. Dopo gli errori, le colpe, le nefandezze di Berlusconi, sembra un prodotto Mediaset aggiornato e modernizzato. Piace come il Banana dei primi tempi. Ma sulla pericolosità delle sue politiche sociali ha perfettamente ragione Landini. Il Cavaliere non si sarebbe azzardato a rivisitare l'intero statuto dei lavoratori e piegarlo alle esigenze di Marchionne. Per ringraziarlo ha fatto emigrare la Fiat. 

P.S.
Per fare vincere la Ferrari è sufficiente cacciare Montezemolo e trovare il pilota tedesco giusto, magari con l'aiuto di Slim.