venerdì 20 marzo 2015

Un partito degli iscritti

Ho letto per caso ma con curiosità ed insperata condivisione l'intervista di Renzi all'Espresso. Uno potrebbe dire che è tanto abile e furbetto da usare le bugie adatte ad ogni intervistatore. Ha fatto molto spesso così. Un Brachetti della politica. Il povero Banana ha terminato di compiere il suo servizio sociale, non essendo più utile, gli hanno rovesciato addosso le registrazioni delle sue grandi notti di Arcore. Succede così in Italia. Che fossero utili per il terzo processo (mancato) non interessava a nessuno. La D'Addario era l'unica vestita. Intanto la Cassazione lo ha definitivamente assolto dal reato di incauta lettura di carta d'identità. Barbapapà ha profetizzato con buone ragioni che non si parlerà di elezioni perchè l'Europa non le vuole. Ha già la partita greca da sistemare non si può permettere che il debitore più grosso si metta a fare le bizze perchè vuole, finalmente, un Premier indicato dal popolo. Sono vizi democratici che si possono permettere in pochi. Per il momento ci danno la dose di quantitative easing che ci spetta. Le borse sono euforiche testimoniando che tra l'economia reale e quella speculativa ci sono solo parentele disgustose. Era quella la droga che il Paese si aspettava? E' la magica polverina che allieta solo le banche. Mi permetto di ricordare che è sempre un prestito da rimborsare. Intanto nel mare nostrum sono pronti per lo "sbarco" oltre un milione di profughi dalle coste degli ex amici libici. Ci sono le organizzazioni..umanitarie che hanno già fatto i conti. Per loro è come il terremoto per certi spregevoli costruttori. Ma torniamo al grande tema posto da Renzi nella sua intervista: cosa decidono gli iscritti e cosa decidono gli elettori? La risposta del Premier non poteva essere più gradevole ai miei antichi sentimenti di forte sostenitore del ruolo del partito inteso come rappresentazione sociale e perfetto intermediatore degli interessi e volontà dei cittadini. Un sano ritorno al partito degli iscritti. Veri, non con volatili iscrizioni scannerizzate, al posto della tessera. Renzi lo ha riproposto prepotentemente nell'intervista di Marco Damilano sul l'Espresso. Ritornare ad eleggere anche i segretari regionali in una competizione riservata agli iscritti per recuperarne il ruolo. Non so cosa decideranno Grillo o Casaleggio a questo proposito. Quale organizzazione faranno finta di darsi o se ritengono che quella fintamente "inesistente" vada benissimo per gli Affronte delle vongole. Una piccola folla di personaggi che nella rivoluzione grillina ci ha guadagnato e molto. Che poi una parte dei benefit, difficilmente definibile, venga dirottata sulle piccole imprese assomiglia molto all'atto di carità dopo avere vinto una lotteria. Sarebbe molto più utile venisse impiegata per strutturare il MoVimento nelle sue articolazioni locali, l'insediamento nel territori, costruire basi per il futuro. Ci saranno meno post Tze Tze ma avrai la possibilità di creare una solida base ed una buona scuola dell'obbligo per la politica. Certo ci sarà più autonomia. Non dovrai governare avendo la spada dell'espulsione. I consiglieri comunali saranno i "servitori" dei cittadini non piccoli ras detentori del titolo grillino. Una impostazione che sommata all'uno che vale come l'altro dimostra l'incapacità e l'ignoranza dei processi amministrativi. Su questo versante l'unico partito che può andare Oltre è proprio il Pd che nella versione renziana, stava perdendo tutte le caratteristiche che lo rendevano molto legato al territorio. Adesso si può dire che hanno cambiato i ..legami. Non basta fare dimettere Lupi. Renzi non abiura le primarie, sarebbe puro autolesionismo, sta imperversando con l'aiuto di tutta la mandria dispersa del centrodestra. Ma intravede un Pd che si regola al suo interno attraverso gli strumenti classici della partecipazione e dell'iscrizione. Sceglie i suoi candidati, come già da Statuto per gli incarichi elettivi monocratici attraverso primarie aperte che prevedano l'albo degli elettori, è molto più di una mediazione. Tutto questo accompagnato da una legge elettorale maggioritaria a doppio turno darebbe definitivamente vita al partito a vocazione ...veltroniana.. Sarebbe davvero una rivoluzione che indurrebbe gli altri a cambiare. Non è colpa di Magrini o di chi (Melucci) lo ha messo in quella postazione. Il partito oggi vive del traino nazionale mentre sul versante locale colpa dei tanti, troppi Gnassi le cose si complicano. La "debolezza" del Pd si misura proprio e solo nell'ambito locale, dove la figura del Sindaco è ancora determinante. Non esiste, oggi, alternativa al Partito di Renzi che vale più o meno come le due "opposizioni" presenti: Lega e M5S. Il resto come si dice già di Mattarella è.. noia. Sarebbe normale perfino in Italia che ci fosse un dialogo tra le due opposizioni facilitato dalla "conoscenza affettiva" con Farage, invece si fanno una stupida concorrenza e ..la Boschi ride.