martedì 31 marzo 2015

Le nozze con i fichi secchi

Un tempo i nostri anziani usavano la frase: “facciamo le nozze con i fichi secchi”, per significare che si vuole realizzare qualcosa con eccessiva economia, oppure senza avere i mezzi necessari. I fichi secchi sono, infatti, un cibo povero e molto comune, specie a Natale, quindi non sono sufficienti a celebrare una festa importante come le nozze. Le nozze di cui stiamo parlando sono quelle fra i comuni di Cattolica e di San Giovanni in Marignano. I fautori delle nozze nei prossimi mesi, per convincere le rispettive cittadinanze della bontà delle nozze sosterranno, che l’unione è utile per motivi storici, perché abbiamo la zona artigianale attigua, perché nella Valconca non ci vogliono, perché San Giovanni avrà un maggiore sviluppo turistico ( i turisti vengono anche senza unirci con Cattolica se vogliono), perché così si risparmieranno tanti soldi, perché già la scuola di Torconca è condivisa etc etc. Ammesso che tutte queste argomentazioni siano vere, anche se potremmo disquisire su ognuna di essere (e lo faremo nel futuro n.d.r.), soffermiamoci per un momento a riflettere sui seguenti aspetti: il Comune di Cattolica non ha piu’ territorio per espandersi e quindi il vecchio giochetto, piu’ costruisco piu’ incasso è pressoché finito, “game over, little boys”; il Comune di Cattolica è soffocato dai debiti, tant’è vero che è costretto a vendere le sue farmacie comunali per poter avere i soldi per sistemare le principali arterie stradali, ormai ridotte ad uno stato pietoso. Il Comune di San Giovanni ha un territorio non edificato grandissimo, che nonostante la futura costruzione del Compartone (quando si farà) è visto come un succulento bocconcino per tutti quelli che con “il mattone”, ci lavorano. Però ad essere onesti dei vantaggi dalle nozze coi fichi secchi ci sarebbero, come per esempio: il Comune di San Giovanni con la tassazione piu’ alta dell’intera provincia su tante imposte, potrebbe cedere lo scettro al futuro comune unificato, perdendo importanti posizioni in classica; la patata bollente degli oltre 1.000.000 di euro di Imu non incassata dalla società proprietaria dei terreni del Compartone (saranno mai incassati tutti? N.d.r.), potrà essere passata al futuro comune unificato. Punti su cui riflettere c’è ne sono assai e di sicuro nel corso del tempo se ne aggiungeranno altri, ma quello che sembra è che comunque vada si cerchi di fare un matrimonio con i fichi secchi. 

La Porta della Valconca