giovedì 23 marzo 2017

Ubi maior

Minor cessat. Ma gli integralisti, i talebani, la setta dell'Asilo Svizzero - Ceis non ne vogliono sapere di spostarsi? Nei prossimi giorni sulla scorta di un libro pubblicato ad hoc, senza alcuna valenza scientifica di carattere teorico che non sia quella scontata e apprezzabile di documentare un'esperienza pedagogica fra 1000 nel mondo, ci sarà l'ennesimo convegno pro non-spostamento "Lo spazio che educa". Una locuzione che non troverete in nessun contesto o dizionario o manuale o testo di pedagogia ma solo riferentesi al Ceis e coniata non al tempo della sua creazione ma pro domo sua dal partito dei "non spostisti". I quali vorrebbero dimostrare l'indimostrabile ossia che, anche prendendo per buono che lo spazio del Ceis educhi di per sè, unico esempio al mondo, e tutte le altre scuole del pianeta sono stupide e l'edilizia scolastica non esiste come branca ingegneristica, architettonica, sociologica e ovviamente pedagogica. Le altre scuole sono costruire a c.. e solo le ex casine del Ceis sono educative. Prendendo per buona una "straordinarietà non ripetibile" che questo spazio eccezionale non possa essere riprodotto altrove, ossia che quelle casine prima di legno poi di cemento (per cui tanti a Rimini al tempo si lamentarono che una struttura provvisoria si stanzializzava su un sito archeologico considerato importante dagli esperti locali), sono l'unica entità sul pianeta che non può essere replicata anche spendendo miliardi. Nella realtà, nell'ombra, una lobby tanto potente quanto sciocca sta costruendo dal nulla il mito del Ceis e della sua fondatrice con il solo fine, mistificando la realtà, di non cedere alle richieste di fare la scuola altrove e lasciare la zona archeologica. Non i bambini, gli adulti capricciosi come i bambini. Nella realtà la Zoebeli non viene studiata in nessun corso di pedagogia, non vi sono corsi monografici o seminari, questo la sa chiunque abbia studiato un po' di pedagogia a livello universitario, non viene studiato il Ceis, non ci sono strade, piazze etc. a decine a lei dedicate, ne in Italia né nel suo paese d'origine. La sua è stata pedagogicamente un'esperienza modesta, il suo metodo non ha nulla che non sia presente in decine, centinaia di scuole pedagogiche né di originale: è l'attivismo pedagogico in voga allora applicato a una situazione di emergenza. La grandezza semmai sta nell'aver provveduto a dare asilo a bambini e l'adesione a una pedagogia alternativa al mainstream si direbbe oggi pedagogico post fascista del tempo di bacchettate sulle dita. Altrimenti sarebbe stata candidata al Nobel e non avrebbe avuto una semplice medaglia per la sua encomiabile ma ordinaria opera, come esempio ha avuto mio bisnonno per aver affrontato gli austriaci sul Piave o mio nipote per essere arrivato III al torneo di matematica. Zero o quasi riconoscimenti dunque, zero o quasi intitolazioni, zero o quasi studi, monografie, citazioni almeno: o siamo di fronte a un clamoroso caso di genialità non compresa che capiranno i posteri fra 1000 anni oppure è in atto una mistificazione. L'innovazione in ordine alla spazialità delle casette in pratica si riduce a 1) nascondere ai bambini la vista delle macerie post belliche, ciò per stessa ammissione dello stesso progettista Swarthz; 2) il policentrismo della struttura che nasce semplicemente per fare di necessità virtù: quello era il materiale che aveva, casette multiuso prefabbricate. Se la Zoebeli avesse scoperto l'atomo come vorrebbero farci credere starebbe sulle banconote come sulle banconote ci è finita Maria Montessori e vi sarebbero istituti a lei dedicati in tutto il mondo con rispetto parlando per la sua opera. Questo purtroppo non accade, in quanto la Zoebeli non è una pedagogista in senso stretto, non ha inventato nulla, la sua presunta fama è locale, riminese, gonfiata da coloro che vogliono strumentalizzarla per stare dove sono, perché ci sono affezionati, per puntiglio, perché è comodo lì in centro, altre ragioni non ci sono 100% domandate a pedagogisti non interessati di chiara fama se il Ceis può esistere solo lì e se lo sposti crolla la presunta formidabile teorizzazione pedagogica Zoebeli, ed ella è studiata o perlomeno citata nei corsi di pedagogia come dire studiare l'Emile di Rousseau e Piaget, o esperienze realmente significative nella storia della pedagogia come la Scuola di Barbiana o quella di Jasnaja Poljana. Queste cose le sa uno studente del primo anno, quindi mistificazione ed esagerazione in atto, il grandissimo, l'immenso Aristotélēs lui sì come sapete ai suoi tempi giù in Grecia insegnava camminando, paese che vai usanza che trovi, non esiste un metodo pedagogico universalmente apprezzato e accettato.
Nemo Pascale