lunedì 20 marzo 2017

Per carità

Per carità, per carità che iddio ci salvi dalla tentacolare società che ora vorrebbe "impossessarsi" di una struttura sorta quasi mezzo secolo fa quale il glorioso Mercato Centrale Coperto con il pretesto di una inutile, superflua ristrutturazione e farne... ma ditemi voi, si parla di un secondo piano con negozi e sotto il supermercato più gli operatori storici ridotti al ruolo di inanimate, spersonalizzate an-identitarie comparse. Cosa è una struttura di questo tipo scusate, mi manca la parola ce l'ho qui sulla punta della lingua, ditelo voi quella roba cos'è, lì al posto del Mercato ittico-orto-frutticolo-avicolo-bovino-suino-alimentare praticamente ora a km 0 con merci che arriveranno dall'altro capo del pianeta pesce Pangasio invece delle nostre straordinarie triglie, pesche del Perù al posto delle nettarine di Cesena, tranci di ferocissimi squali del Pacifico invece dei nostri piccoli, innocui, giocherelloni, simpaticoni cagnetti dell'Adriatico, insalata boliviana che parte in Cargo da La Paz ogni mattina quando abbiamo la nostra straordinaria delle ortolane di Igea a km 0, Carote della Giamaica, Rucola dalla Martinica, Funghi dalla Moldovia e Fesa dalla Moldavia quando il nostro Appennino ci fornisce le carni straordinarie e certificate della Mora Romagnola??? Non fatevi infinocchiare amici operatori voi che di finocchi e affini ve ne intendete, già sapete, già dovreste aver imparato la lezione dagli ambulanti ridotti a una massa informe sparsa in ogni dove che sarà fra un anno sarà fra dieci ma prima o poi sparirà del tutto. Oppure dalle decine, centinaia di serrande abbassate, o dal numero dei fallimenti già dovreste sapere quanto fotta all'amministrazione del piccolo commercio. Lo prenderete dove non batte il sole, certificato 100% da cosa nasce cosa, adesso vi chiedono di spostarvi "per un po', per fare i lavori", "sì ma quanto!?". "E chi può dirlo, un mese, un anno, due anni, vedremo, vedremo...". Per il mio sentire la metratura del supermercato deve rimanere quella non sta né in cielo né in terra fare un megasupermercato in centro, per ragioni che sono nell'interesse collettivo a non dare l'egemonia a un solo marchio della GDO, a non fare di 100 piccoli imprenditori 20 dipendenti e 80 disoccupati, a mantenere bassi i prezzi favorendo la concorrenza, a privilegiare i prodotti del luogo rispetto a quelli che arrivano dall'altra parte del pianeta in chiave green Gaia-Friendly, a mantenere la diversità rispetto all'omologazione che vorrebbe luoghi identici non solo in tutta Italia ma in tutto il pianeta. Ove casalinghe-robot fanno la spesa trasportate da tapis roualant e bracci meccanici riempiono i carrelli e alla fine ti scalano dalla carta di credito senza che nemmeno tu la tolga dalla tasca e un piede meccanico ti espelle con un calcio nel deretano mentre passi in un tornello che ti pesa per accertarti che tu non abbia rubato uno spillo o inavvertitamente ti sia caduto una pulce sulla manica e una voce sintetica ti dice "ar-ri-ve-der-ci (e vattene affanculo)". Questo il futuro, se non ci opponiamo, Gnassi si gioca la poltrona su tematiche e iniziative di questo tipo ma sono cose note ormai in tutto il mondo nessuno permetterebbe una cosa simile oggi come oggi con la sensibilità che c'è verso questi temi!
Amelio Giuseppe Vergone