domenica 19 marzo 2017

Voglia 'e turnà

"Voglia 'e turnà". Non è un problema per una città che dicesi la capitale del turismo che i docenti che insegnano a Rimini non gradiscano e chiedano in massa si parla circa 70... "teste d'uovo" di rientrare a Bologna, notizia di qualche giorno fa?? E' possibile sentire la nostalgia dei portici, "il Mal di Bologna" come la chiamano sulla falsariga del Mal d'Africa: cos'ha Bologna che noi non abbiamo, perchemmai il cattedratico non si radica a Rimini, non si affeziona, mantiene un rapporto distaccato, non socializza, "ah ma sa, son qui di passaggio"? Forse non abbiamo abbastanza appeal proprio perché restiamo sotto la cappella protettrice di Bologna senza farci un ateneo tutto nostro rimanendo per sempre a livello miserrimo di "Campus", avannotti che mai diventeranno pesci, rospi destinati a non essere baciati da una principessa, farfalle che resteranno larve se assistiamo a questa specie di fuga di cervelli, e non in America? E da noi restano soltanto quelli più scarsi tipo: "o Rimini o vai a insegnare alle medie"? E che futuro avrà il polo riminese se i professori di prima fascia ci snobbano? Forse il sindaco sarebbe dovuto andare a promuoverci a Bologna, presso il senato accademico, piuttosto che in Russia come ha fatto, dove già siamo amati ed apprezzati da 20 anni quasi, quando i famigerati "baroni" bolognesi ci evitano: potremmo forse fare noi stessi una sub-sede, un meta-campus a Riccione, per ospitarli almeno, diciamo "...università di Bologna>sede di Rimini>Campus di Riccione": , forse gradirebbero di più. E qual è la ragione reale di questa fuga e perché il Rettore che ha avuto anche due assessorati a Rimini come ne ha avuti in Giunta regionale e domani chissà chiederà un ministero per l'Alma Mater non li richiama alla deontologia, all'ordine, non minaccia provvedimenti verso chi ci schifa. Non è oltraggiosa questa cosa per una città che vive di turismo e si pensa che chi sia destinato qui faccia i salti così dalla gioia e invece preferisce lo smog bolognese al nostro mare e non dovrebbe farci riflettere che potrebbesi anche interpretare come prova che da un certo livello socio-economico in su come target la città perde appeal e siamo destinati turisticamente a prenderci incapienti, operai, ex-vaucheristi, lavoratori atipici, "poveri ma belli", mordi & fuggi che mettono assieme con le monetine i quattrini per un weekend in cui dimenticare per 48 ore la loro grama esistenza in una pensione a 2 stelle!? O pensano forse ingenuamente questi docenti "chi va via perde il posto all'osteria" e tornano alla Casa Madre a presidiare nel timore di perderlo il lucroso, prestigioso, comodo incarico di Professore di I fascia o quale altra ragione vi è dietro questa "fuga da Rimini"? 
L. Finto Pesce