mercoledì 8 marzo 2017

La Disfida di Barletta

Lo dico subito parteciperò alle primarie e voterò Fieramosca Bersani da Bettola. Il PD è ammorbato dalla sindrome del conte Ugolino: divora almeno 2 leader su base annua! Fa la stura anche il candidato Premier alle ultime elezioni, in quella che è stata la più grande finzione di sempre del maggioritario all'italiana, che il ricorso sistematico alle pratiche del trasformismo ha vanificato e reso invidiabile perfino quello praticato nello Stato Liberale ottocentesco. Di Bersani avevo letto almeno il programma...piuttosto è sempre quello?? Con cui aveva chiesto il voto dei distratti elettori. Peccato che non solo lo hanno scippato di sotto braccio, ma ne hanno azionato proprio un altro. La road map non si è fatta manco tratturo; invece di inerpicarsi fin sulle vette lo si è accompagnato fin ad abbandonarlo fra i peggiori bar di Caracas, ove smarrita fu anche la ditta! Insomma pure il partito gli han sottratto all'ultimo segretario quasi vincente! Ero, invero, tentato di votare Pizzolante, l'unico e il solo vincitore, portatore della vera capacità dell'accordo sia col maggioritario, che col proporzionale, capace vieppiù di veleggiare su tutti i mari, ogni imbarcazione e qualsiasi situazione atmosferica, flutti e tempeste. Ma il sentimento da crocerossino in uno con i già troppi impegni dell'Onorevole Contramirraglio, con il suo doppio obbiettivo civico da perseguire, mi hanno convinto di concedere una chance a chi potrebbe influenzare i dati della disoccupazione al rialzo. Nemmeno il collocamento a 5 stelle è purtroppo riuscito a fermare l'ascensore sociale dei dati dell'occupazione per sperar di ascendere ad un futuro migliore. E nella scelta prediligo il primo, senza pensar come suole che godrà il terzo incomodo: quel Carcarlo Prevettoni che al grido: "e la lira s'impenna!" potrebbe uscire alla distanza solo trovasse qualcuno che la sappia ancora suonare.
P.S. (collocazione storica). Una tenzone singolare quella dell'anno del signore 1503. Dopo il trattato di Granada, Francia e Spagna purché se magna si contendevano il territorio del Regno di Napoli che si erano appena spartiti...ma si sa i trattati vanno interpretati e gli uni e gli altri rivendicavano imperio sulla cd. "Terra di mezzo", come ci trovassimo in una Roma qualsiasi, e come è ora lo sciovinismo francese accese la ragione della sfida, quando un nobile gallo accusò davanti agli spagnoli i cavalieri italiani di poco coraggio e vigliaccheria. Il finale lo conoscete...non ci fu scampo per i cavalieri transalpini e tutti, insieme al Barone Fanfulla da Lodi a festeggiar con allegre donzelle.
Roberto Urbinati