La Rimini del Niente è iniziata con i sessantottini Chicchi e Gambini al potere, sostituiti dal peggiore apparato di partito, Melucci il migliore, pur sempre capofila. Due guglie di una montagna nata e cresciuta ammassando scarti, ammantata nelle occasioni elettorali con nevi fresche di quote rosa.
L'arrivo di Gnassi, il teorico nuovo, dopo venti anni di studio ed applicazione, è stato venduto come una splendida cima di granito rosa notte. Giorno dopo giorno, festa dopo festa, si dimostra instabile genga, la montagna precipita, formando una misera pietraia di slide, bambi, ermeti, patrizie ed abusi per tutti. Da questo metaforico dipinto montano si può sviluppare una istantanea, chiudendo gli occhi, leggendo quattro giornali uguali nella loro voluta cecità e facendo finta di non vedere il disastro che ci ha colpito. Una Città in default, non abbiamo uno degli storici indicatori che ci può arrecare speranza, il motore immobiliare che ci ha provocato molto nero ma tanto liquido, è agonizzante. Le notizie che arrivano forse anche al Bounty sono mortali, abbiamo chiuso centinaia di imprese, i mediatori che vendevano due case al giorno, si accontentano della stessa cifra annuale, ogni persona che incontri ti racconta di famiglie, una volta abbienti, che navigano nella miseria. Non esiste un investimento lecito che possa garantire la minima redditività. L'esempio più evidente e pericoloso è il ricettivo, per oltre il settanta per cento non concede il giusto utile d'impresa, con una prospettiva ogni giorno più nera in ragione del persistere delle stesse logiche di potere e rappresentanza sindacale con un aumento fisiologico dei problemi, a partire da quello che sta sotto terra.
Un tecnico che si occupa di fogne da una vita, ci raccontava la sua versione, non partendo dalle variegate strategie dei quattro Piani, ma dalla realtà dei fatti. Gran parte della rete fognante della città è costruita con tubi di cemento che, causa esalazioni, sono fradici, precisando che questo tipo di tubo può essere usato al massimo per le sole acque bianche. Il peggio è arrivato quando ci ha detto che la parte migliore è nel centro storico dove funzionano ancora le fogne romane costruite su due muretti di sassi coperti da lastroni in pietra serena.
Ancora peggio, secondo il nostro informatore, è lo stato della rete idrica, un coacervo di linee e materiali sconosciuti al pari delle fogne, le dispersioni sono enormi. Un casino che si conclude con le altre utenze, luce, gas, telefoni e reti particolari sensibili, tanto da fargli dire che se da una parte esiste un pericolo di svariati black out generali, dall'altra parte intervenire in termini organici è quasi impossibile, ipotizzando provocatoriamente di chiudere Rimini per un anno e rifare completamente tutti i sotto servizi.
Mentre ci raccontava questo, pensavamo alla distanza abissale dai rendering bucoloci, i cerbiatti, i prati le slide dell'ultimo Master Gnassi. Tutti in bicicletta, il modo serio per affrontare gli storici problemi della mobilità, poi arriveremo ai carrettini per il trasporto di acqua e ..merda.
P.S.
Amici a Cinque Stelle depurati dalle favie e salse, non fatevi immischiare in questa brodaglia, andiamo in Piazza a raccogliere le firme, poi chiederemo le elezioni, quando sapremo l'ammontare dei debiti contratti. Per governare meglio di questi non ci vuole molto, la gente lo sa.