giovedì 3 gennaio 2013

Pienoni e Pienini

Anche quest'anno si è animata (?) la discussione sui risultati dell'ultima performance del vostro Art Director. Assomiglia ad una statistica questurina, le veline di Palazzo gettano 50 mila, gli oppositori (due) smentiscono il dato con formule geometriche esatte che non valgono per le 88 varianti di regime: impossibile che in quel catino ci possano stare i deliranti spettatori di Strama ed Allegri a San Siro. Si va avanti così da anni, senza che lo sguardo si posi sui veri problemi del disastro Rimini, anche la drastica diminuzione degli alberghi aperti è diventata una sovversiva opinione. Da una piccola indagine tra gli albergatori aperti a Capodanno, uno su due ci ha risposto che non ripeterà questa fallimentare esperienza, se si considerano le periferie la percentuale diventa tre su cinque. Cari giornalisti delle quattro testate uguali al sito di casa e curia, invece di aspettare le veline di palazzo od intervistare i soliti noti colpevoli, provate a fare un piccolo sforzo chiamato giornalismo d'inchiesta. Non correte rischi, anche se siamo tra le città più pericolose, nel caso specifico significa interrogare direttamente un campione minimo di albergatori. La discussione diventa di un livello imbarazzante quando il confronto si pone tra gli anni che verranno di Melucci e quelli lunghissimi, nella loro sfiga, di Gnassi. Non citiamo la Patrizia Ermeti, la sua frase storica le considera "esperienze da ripetere", male che vada si raccolgono tre turisti e noi..paghiamo. La questione del come transitare da un anno all'altro, raggiunge vertici esilaranti quando Melucci difendendo il suo format ballandiano, dichiarava senza smentite, che il ritorno pubblicitario era determinato dai dati dell'audience. Che poi i milioni di contatti si siano trasformati in qualche migliaio di..russi a 19 euro è un'altra cosa, che Courmayeur ci abbia stracciato presentando ancora gli stessi tinti personaggi non significa niente, sulle carissime piste di quella località c'è un insolito deserto. Cosa significano cinquantamila persone tutte indigene o naturalizzate con la promozione turistica? Niente prima, uno sperpero inutile adesso, senza ritorno. Un quadro allarmante anche sul piano qualitativo, il più famoso ristorante viserbese ha tenuto chiuso non perchè fossero in programma i festeggiamenti a Biagini, ma per mancanza di corresponsione tra prezzi e ricavi. A Rimini Centro è andata peggio, i last second erano con il panino in mano. Se alla fine è importante affermare che tutto è andato benissimo, per mantenere poltrone e sponsor, non è solo un attentato alla verità giornalistica, già grave, ma sconfina nella presa per il culo ai tanti imprenditori seri e capaci, come se loro non fossero in grado di competere. Se, come riteniamo, Gnassi non sappia fare meglio e quelli attorno lo permettono, il discorso diventa più facile e la soluzione democratica pronta. Se Camporesi nel suo programma cita una Street non lo votiamo.