mercoledì 2 ottobre 2013

Duecentotrentancinque Si

La Mattinata inizia con le dichiarazioni di Giovanardi al primo ed unico controllo parlamentare dopo la discoteca di Palazzo Grazioli. Sarebbero 23 le firme a favore del governo Letta fra Pdl e Gal, un numero decisivo per capire se avrà la fiducia. Dei 91 senatori PdL, Giovanardi aveva parlato di 40 voti a favore. Verdini, fedele alla linea di Berlusconi indicava appena una dozzina. Se fossero davvero 23, come riporta l’ANSA, i senatori che avrebbero firmato a favore del governo Letta fra PdL e Gal, vorrebbe dire che, al netto dei due senatori di Gal che avevano già fatto sapere che avrebbero votato con Berlusconi, sarebbero quindi 15 i senatori del PdL effettivamente pronti a votare la fiducia al governo. Controllo non superato. Alle 11:00 Formigoni del gruppo Comunione e Fatturazione (cit. Dagospia) informa che sarebbero già venticinque i senatori che daranno vita al gruppo I Popolari. Alle 11,53 le agenzie battevano la notizia che il Pdl avrebbe votato compatto la sfiducia al Nipote. 12,17 Letta torna a parlare in aula e pone definitivamente la fiducia, riconosce il travaglio interiore che attraversa i senatori. Ringrazia la senatrice Paola De Pin e critica il Movimento Cinque Stelle. Ai colleghi del Movimento 5 stelle dico che il rispetto e la libertà della persona è la base della democrazia sostanziale. Non ne posso più di lezione di morale da chi minaccia perché uno ha cambiato idea. Ribadisce la sua intenzione di continuare il governo, riconoscendo la difficoltà di raggiungere gli obiettivi con una nuova maggioranza. Scilipoti si offende, giustamente, per la diversità di trattamento. La sua protesta viene zittita dal presidente del Senato Pietro Grasso. Alle 13.15 arriva il pizzino di Alfano a Enrico Letta: 25 del Pdl per la fiducia, 32 per la sfiducia, 24 per lasciare l’aula. Siamo quasi alla fine della tragicommedia consumata ancora una volta sulla pelle degli italiani. Il Pd che al solito ha capito niente ma accettato tutto, esprime l'alta considerazione che ci troviamo di fronte ad una "Nuova Maggioranza". 13.31 Parla Berlusconi: votiamo la fiducia, dopo le elezioni l’unica soluzione possibile erano le larghe intese. Abbiamo deciso non senza travaglio di esprimere un voto favorevole. 13.20 Monti conferma la fiducia e rivendica l’idea di un centro moderato composto da Letta e Alfano. 14:00 Berlusconi ha votato la fiducia. 14:20 Maurizio Lupi, ministro delle Infrastrutture, ha dichiarato: Se si fosse andati all’errore clamoroso di portare il Pdl lontano dal Paese, allora sarebbe nato il gruppo I Popolari, di cui aveva parlato Formigoni della C&F. Termina così la presunta tempesta, francamente con un epilogo previsto nemmeno dal Caimano ancora protagonista. Faranno finta che non sia successo niente, forse il vero vincitore è ZioLetta, che ha scagliato contro Silvio, i più fedeli e miracolati personaggi che lo zoo romano ancora presenta. Due nomi su tutti: Cicchitto e Gasparri. Contro Berlusconi nel Pdl sono insorti gli esponenti delle culture politiche che esistevano alla sua discesa in campo: ex democristiani come Angelino Alfano, ex radicali come Gaetano Quagliariello, ex socialisti come Cicchitto ed ex..missini come Gasparri. In questo revival la parte del leone l'ha fatta su entrambe le sponde, più in quella piddina, l'eterna democristianeria. Il paradosso della seconda Repubblica fondata da Berlusconi che entra in fibrillazione mortale mentre si affaccia la terza, ventilata da Grillo. Ma è, soprattutto, il paradosso della seconda Repubblica che entra in crisi perché riceve l’attacco più letale dagli uomini simbolo della prima Repubblica. Ma N..dove lo metto?