lunedì 13 maggio 2013

Ad Testatam

L’avvio della legislatura è stato segnato dalla guerriglia tra la pattuglia dei Cinque Stelle, neofiti a Palazzo ed un esercito mediatico affamato ed impaurito per la novità non prevista. Il rapporto ha segnato un inizio scandaloso, terminato con la vergogna dell'intrusione ad opera di..nelle mail dei parlamentari, usate come arma di ricatto e sputtanamento riuscito. Le cose sembrano allentarsi, Grillo nella veste di segretario inventore ha mollato le redini dichiarative. All'inizio è stato un disastro, tutti si aspettavano dei cloni almeno in grado di ripetere concetti semplici ed efficaci. Qualcuno (?) pensando che l'elezione concedesse anche un salto culturale si era addentrato in analisi da consigliere di quartiere non eletto. Rimane una guerra che si concluderà senza vincitori apparenti, ma deve essere condotta fino alla morte di.... Il nemico è il gruppo Repubblica-l’Espresso, storica bestia nera di Silvio Berlusconi, compilatori delle famose dieci domande sul caso Noemi, pubblicatori della lettera di Veronica Lario ed introitatori del maxi risarcimento a De Benedetti. Non avevano previsto il successo del MoVimento mentre avevano indovinato la vittoria di Bersani, sostituito da un sindacalista che non contava un ca..neanche nella cgil. Due cappelle che devono essere lavate con le società costaricane di Beppe, gli introiti favolosi del blog e la caccia quotidiana agli errori grillini. L'ultima attività è la più redditizia, sono rimasti in 162, troppi per non cadere nelle trappole che gli abili cacciatori di panzane mettono sul terreno parlamentare. Farsi offendere da LettaNipote è cosa da padrini, fosse lo Zio ci potrebbe stare, ma il Findus democrat non può essere il pretino che canta la messa al MoVimento, è chierichetto dal 1996. Ha servito tutti i potenti di turno, difficile non pensare che sia un mantenuto dalla politica, almeno negli ultimi venti anni. I parlamentari Cinque stelle covano un odio “ad testatam” nei confronti del gruppo editoriale, lo dicono apertamente in Transatlantico, anche noi, nel nostro piccolo che tira più delle quattro fotocopie locali, ci siamo dipinti e scesi sul sentiero di guerra contro un giornale che abbiamo divorato per anni, ai tempi dell'obbligo di leggere l'Unità. L'ingegnere De Benedetti, l'unico che abbia portato via soldi al Cavaliere, viene definito la tessera numero 1 del Pidi. Lui ha smentito, non ha bisogno dell'attestato sociale, è padrone ed inventore. Potremmo dire che sotto c'è una forte concorrenza con il Fatto ed il calo di vendite di Rep. E' una battaglia che si gioca su foliazione del giornale, taglio dei pezzi e titoli a effetto. Occorre rispondere riga su riga, dossier contro porcherie scritte. Secondo voi chi ha più da nascondere e temere?

P.S.
Pensare che qualcuno s'incazza leggendo ChiamamiCna