lunedì 27 maggio 2013

Sicurezza

Parlare di questo argomento nel nostro paese è sempre stato un tabù, la forte presenza della Lega per un lungo periodo aveva accentuato l'attenzione su questi temi. Erano nate le ronde all'italiana assieme al maggiore numero di corpi di polizia nel mondo. Insomma il solito pasticcio per un problema tremendamente serio che non riecheggia più le stantie divisioni tra nord e sud. L'unità del paese delinquenziale è avvenuta. Non si parla più della Sicurezza, la Cancellieri aveva dato dimostrazione di serietà e capacità, una mosca rara in quel governo di incapaci e dilettanti sboroni. Il rapporto deve coinvolgere magistratura, immigrazione, sanità, limitazioni, reclusioni e razionalizzazione delle norme. Coordinamenti impossibili nel paese dell'anarchia ma doverosi con le nuove tecnologie. La sicurezza non può essere declassata a male minore, in quanto crisi e recessione sono il dramma più forte che stiamo vivendo. Rubano più e peggio di prima. La miseria in alcuni casi giustifica il reato. Cosa è cambiato nel Paese in questi anni, quale modello di giustizia abbiamo? Milioni di processi inevasi, determinano una ingiustizia permanente. Pensando da chi e come siamo governati, verrebbe voglia di chiudere il pezzo, tanto non cambierà niente, le case sono ripulite con ordine preciso, vengono segnati i portoni come nel medioevo per la peste. Tutti temi che sono stati alternativamente oggetto di impegni solenni dai governi dell'inciucio, senza apprezzabili risultati. Berlusconi non poteva operare riforme per non essere additato come interessato. Prodi...lasciamo perdere. Siamo un Paese in arretrato spaventoso, non funziona quasi niente, le cose vanno avanti per inerzia sui binari, nella scuola, in alcune amministrazioni, qualche volta nella sanità. I casi di malcostume si moltiplicano. Centosessanta..due normali persone sono state indicate da noi cittadini come portatori dei nostri interessi. Lo faranno, ma sono troppo pochi e smanati per realizzare la rivoluzione culturale, basterebbe che i tanti parlamentari seri a dispetto della loro appartenenza, appoggiassero una comune azione cancellando le ingiustizie e gli scandali della casta fino ai loro barbieri. Poi scendere fino all'ultima istituzione locale, sarebbe un bell'inizio. Ci vuole poco, niente, tanto meno Epifani.