lunedì 20 maggio 2013

Giornalismo

Come tutti sanno, anche i lettori di mini trafiletti, sabato pomeriggio c'è stato l'incontro di Giulia Sarti con i Cittadini. Bell'incontro. La Sala del Podestà era piena e la cittadinanza era variamente rappresentata, ne è testimone anche l'Assessore Pulini che ci sembra di aver visto per un po' sul fondo della sala. Ovviamente sarà stato li per una mostra, data la destinazione prevalente del Palazzo Arengo, ma una curiosità se l'è fatta venire, al contrario dei giornalisti riminesi. Come mai non c'erano i giornalisti sabato pomeriggio a sentire che caspita aveva da dire la parlamentare del Movimento 5 Stelle, un movimento politico che a Rimini, ricordiamolo sempre, ha ottenuto il 30% delle preferenze? Questo è un mistero che Kazzenger si leccherebbe i baffi. Non lo sapevano? Non avevano spazio? Non gliene fregava una beata? Chi lo sa!?. Fatto sta che se Arlotti o Petitti fanno un peto sulle “fotocopie” riminesi si espande un improvviso profumo di violette, per non parlare poi di quando il Taglianastri fa la ruota (quella del pavone non quella del porto).   Ma forse l'errore è nostro. Noi continuiamo a considerarli giornalisti, non li vorremmo accomunare allo scempio che vediamo tutti i giorni a livello nazionale e così reputiamo che, solo avvertendoli per tempo, alzino il culo e vengano a vedere cosa ha da dire una deputata, giovane e valente, come Giulia che, tra l'altro, in quella sede ha dato anche in anteprima notizie di valenza nazionale. Sbagliamo perché quelli dell'esercito “copia e incolla” gradiscono solo notizie predigerite e formalmente in linea con gli interessi prevalenti. Niente domenica, neanche di riportato o sentito dire e lunedì ancora la pugnetta della lotta del Taglianastri contro la minaccia Forza Nuova, 15 (!) attivisti in tutta la provincia di cui non si sarebbe accorto nessuno se non fosse servito al Sindaco per associare la sua immagine a cose che non fossero Aeradria o la prova fallita della Ciclabile dei Simpson. Una volta il giornalismo era il cane da guarda del potere, oggi anche, solo che hanno una cuccia e una ciotola. Il Giornalismo è morto, viva l'open Journalism.
 Davide Cardone