lunedì 27 maggio 2013

Un Pippo

Non sto lavorando per fare cadere il governo, ce la fa benissimo da solo (aggiunto). Così Pippo Civati deputato democratico non ci sta a passare per cospiratore filogrillino. Siamo semplicemente quelli che hanno operato affinché Romano Prodi o Stefano Rodotà diventassero presidenti della Repubblica, ma che alla fine hanno perso. Ci poniamo almeno due domande su come affrontare i prossimi mesi, dalla legge elettorale fino all’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. In un contesto che, ricordo, è segnato dalla possibilità che Silvio Berlusconi mandi tutti a casa alla prima difficoltà sul capitolo giustizia. Se Epifani rinvierà il congresso inizierà un lungo viale del tramonto. Il premier Enrico Letta ha annunciato l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Immagino e spero ci sarà l’unanimità di tutta l’Aula. Ma non credo sia questo il problema. Il governo è appeso alle scelte di Silvio Berlusconi, alle sue condanne e ai problemi sulla giustizia. Non se ne può parlare? Non mi pare casuale che non si parli più di grande coalizione ma di governo di emergenza nazionale. E ormai molti indicano il 2014 come data per le elezioni anticipate. Magari dopo il giudizio di merito della Cassazione sulla sentenza Mediaset? Non faccio previsioni, mi limito solo a ragionare su possibili uscite d’emergenza nel caso in cui la situazione dovesse precipitare. Continuiamo con Pippo, intanto Repubblica con lo stile Barbapapà Copasir racconta di cene segrete con gli ingenui che finora hanno litigato con se stessi e le diarie. Che paura si deve avere?  Se non conoscono nemmeno il saldo del loro conto corrente? Sembra una normale dialettica parlamentare, perchè scatenare tutte le penne migliori del giornalismo italiano di regime, perfino il Battista iuventino si è prestato al gioco dello Zucconi de noiatri. Accidenti la paura deve essere superiore ai dati dei sondaggi o delle piazze desertate per decreto giornalistico. Rodotà premier potrebbe essere l’uscita di sicurezza nel caso in cui Berlusconi dovesse andarsene? E' una ipotesi, bisogna pur trovarne una che non sia la terza riedizione dell'horror inciucista. Rodotà è una figura che si colloca tra Pd e M5s e potrebbe rappresentare molto nei prossimi mesi. C’è un limite alla sopportazione, già valicato. Questo è lo sfogo-intervista che abbiamo bignamato per rendere una pallida idea di che cosa sia oggi il pidi con il menoelle ed elettori, ma con il Master Plan