giovedì 23 maggio 2013

Cinguettii

Non è tanto lo scrivere una lettera al Carlino ma il provocare una risposta che assume la comica immagine della marchetta politica, che genera un pruriginoso fastidio da autan. La onorevole Petitti, sempre meno Bernabè in queste circostanze, ha provocato una risposta agghiacciante. Nel pidi la Emma viene parametrata al livello dei fenomeni storici, segnale indiscutibile della fine di un'era perfino gloriosa. Il tasso di ovvietà scaturite dallo scambio è stato imbarazzante anche per un giornale, una volta forza d'opposizione cartacea al potere cittadino. Deve essere avvilente esercitare un mestiere nobile per definizione, con l'obbligo di iscriversi all'Ordine di Errani. Dire sempre bene di un Taglianastri, della sua Giunta Ghost e perfino degli Onorevoli, ritrovando lo spirito antico solo per colpire un grillino gratta macchine, non sembra uno stile di vita invidiabile, si campa. Un infinito carosello dell'ovvio, che trova la sublimazione nel menù delle feste sindacali. Mentre la Città si avvia mestamente al suo inesorabile declino. Dieci aziende al giorno chiudono senza rumore, le serrande si abbassano per non aprire più. Tre vedette provinciali violano il pur alto limite del ridicolo e vedono torme di stranieri neanche incappucciati che vengono a Rimini. Cercheranno Fiera e Palas per arrivare al miliardo d'indotto. Una previsione corretta come il famoso milione di passeggeri di Masini. Un sindaco non si ricorda che mandare lettere di patronage non conta un cazzo se non convoca il suo consiglio comunale, ma quello che è peggio che esista una Banca, recidiva, che non concede una lira agli imprenditori normali ma si fida di quattro righe con lo stemma sindacale. Chiediamo davvero scusa alla Petitti, eravamo partiti per biasimarla, strada facendo ci siamo accorti che non è davvero la peggio. Rimane ancora in terza. quarta fila, sta risalendo.