giovedì 30 maggio 2013

Rivoluzione

Dal medio basso del 14% il MoVimento di Grillo, inizia ad assaporare l'amara differenza tra rivoluzione e politica. Tutti quelli che si dovevano arrendere, circondati, sono andati a casa e ci sono rimasti. Lo tsunami questa volta è stato una pregevole brezza per il governo dell'inciucio che si è salvato per uno di quei miracoli addebitabili a Bagnasco. I morti viventi del Pidi e Pidimenoelle sono arrivati fino alle urne come zombi votanti, nella misura sufficiente per vincere o sballottare tra loro, Una festa in famiglia. La rivoluzione non ammette piani B. Tutto o niente. Nessuna alleanza, nessun dialogo, nessun compromesso. A noi il 100% e non ci fermeremo finché non ci arriveremo. Sembrano frasi d'altri tempi e non di qualche settimana fa. Quando i treni passano nei marciapiedi rialzati occorre afferrarli, l'autosufficienza è una droga politica non smerciata. Ci vorrà qualche settimana per vedere se le sberle ed i cazzotti hanno fatto danni irreversibili o sono state salutari correzioni di rotta. Per il momento si vede un attivismo eiaculatorio sul web, con posizioni pencolanti dal purismo assoluto alla volontà di cambiamento delle regole. Per parlare liberamente ci voleva una sonora sconfitta? Allora fa male vincere. La politica prevede invece per definizione compromesso, raggiungimento di obiettivi concreti, sensibilità ai mutamenti della realtà, elasticità nell’adattare i principi al realismo. La rivoluzione ha poco tempo. Matura in silenzio, negli anni, e quando si rivela si afferma improvvisa, la sua onda d’urto abbatte tutto cio’ che trova e vince. Da noi è scivolata sulle diarie. Il bacino del consenso resta chiuso nel suo recinto di inutile purezza. Quando non cala. Non puoi sprecare la forza di centinaia di migliaia di attivisti per una presunta rivoluzione. Se accetti di giocare devi usare le armi della politica onesta, questa è la differenza. Avere consolidato una realtà importante impone doveri verso gli elettori, inutile raccontare la fola della maggioranza assoluta per governare, devi trovare forme di accordo con le parti più vicine, sensibili, quelle già colpite dall'agenda grillina. E' una operazione più lunga e più difficile del ritorno nella riserva indiana dell'isolamento. Non c'è bisogno di identificare gli alleati futuri, meglio Renzi delle Priscille di Sel.