martedì 18 giugno 2013

Bail In

“Bail In”. Chi era costui? Avevo chiesto al Cancelliere come mai fosse così sicuro, (si veda il suo articolo di qualche settimana fa, intitolato metodo naturale o soprannaturale), che l’estate avrebbe “portato disgrazie”. Disgrazie particolari, non quelle solite alle quali siamo ormai abituati. Tipo il crollo del turismo, i suicidi, le idee di Gnassi, ecc. ecc. . Ecco la sua risposta arrivataci un paio di giorni fa. Caro Lugaresi provo a riassumerti il perchè delle mie previsioni: 1) Innanzitutto, è un dato, che io cerco di non sottovalutare mai, che le “esplosioni” finanziarie avvengono sempre d’estate. Con manifestazioni eclatanti, di solito, in settembre. Così, se ricordi, avvenne nel 1992 con la crisi dell’ECU, e l’uscita dell’italia dal “sistema” che dovette rimandare la nascita dell’Euro di circa 10 anni. Altrettanto nel 2000, con la crisi del NASDAQ che fece ben più danni di quella, nell’estate successiva, delle Twin Tower: l’11 settembre 2001. Micidiale fu quella dell’estate 2008 la “crisi subprime” negli USA e, più vicina a noi, quella dell’estate 2011 “crisi Euro +bond Italia+ Spagna” con defenestrazione “manu militari” del governo Berlusconi e arrivo di Monti. Il resto è cronaca. 2) Perchè ciò avvenga non è semplice spiegarlo. Ma avviene. Ora siamo nel 2013 e quest’estate a mio avviso si caricherà, anzi si sta caricando già di tensione. Un po’ in sordina a dire il vero, ma il botto sarà forte e finale. Si tratta di una crisi finanziaria dovuta al manifestarsi di un fenomeno già accertato e denunciato ma, chissà perchè, appunto, si dovrà manifestare d’ora in poi. Parlo della crisi delle banche o, per usare un termine più ampolloso, del “sistema bancario”. Le banche, non solo italiane o europee, ma in particolare certamente quelle italiane e del continente sono in pratica già insolventi. Ciò è dovuto, lo scrivemmo fin dal 2007/2008 sul “dormiente” periodico Rimini politica, peraltro ancora consultabile on-line, a due fenomeni complessi, ma che posso cercare di semplificare: crisi delle garanzie e crisi degli affidamenti o, più esattamente, della qualità del credito. Rimanendo allo specifico italiano, la crisi delle garanzie dipende dal dimezzamento (a esser buoni...) del valore del patrimonio immobiliare italiano su cui si fonda gran parte del credito del nostro Paese. Come scrivo da anni le banche sanno benissimo che le garanzie che esse hanno in portafoglio a fronte dei prestiti concessi non valgono oggi nemmeno la metà, anzi, a dire il vero, nemmeno un quarto di quello per cui furono originariamente concesse. Detto papale papale hanno, gli istituti tutti, chi più chi meno, le gambe d’argilla, o meglio di sabbia. 3 Le conclusioni sono facili da trarre. Davanti a questa situazione gli Enti Bancari avrebbero due strade ugualmente, ora, impossibili da imboccare. Improponibili e impossibili anche perchè le oligarchie di loro espressione hanno già trovato per se stesse la soluzione di cui vi parlerò col fattivo avallo delle Autorità Europee. Ma andiamo con ordine: allo stato attuale le banche potrebbero e dovrebbero: a) intimare ai clienti debitori. il rientro immediato quantomeno con integrazione delle garanzie immobiliari ipervalutate con garanzie liquide. Ciò è impossibile perchè le garanzie liquide non ci sono. b) svalutare “sic et simpliciter” i propri crediti mediante l’appostazione dei fondi previsti, da sempre, dalla contabilità e dalla legge. Così però si manifesterebbe subito l’insolvenza e la fine delle banche stesse. Un po’ quello che è accaduto qui a Rimini con la Carim, il suo commissariamento e la sua problematica ricapitalizzazione. Finora i governi hanno salvato le banche con i soldi dei contribuenti (ad esempio Monte dei Paschi con i “Monti bonds”) e le banche hanno salvato se stesse non erogando più credito e quindi mandando in tilt la cosiddetta “economia reale”. Ora invece da questa primavera, in modo esplicito si sta facendo strada, anzi è stata affermata in sede ufficiale, la tesi del “bail in”. E’ una parola ancora oscura per gli italiani. Che però impareranno a conoscerla molto presto. Potrebbero chiedere informazioni ai ciprioti, i quali sull’argomento sono dei maestri, avendola sperimentata sulla propria pelle un paio di mesi fa. Il “Bail In” ha anche una motivazione, apparente, nobile: non finanziare più coi soldi dei contribuenti il salvataggio delle banche. Comunque “Bail In”, alla lettera “taglio dentro”, significa che d’ora innanzi, come è avvenuto ai ciprioti, i default delle banche, tutte, data la loro obiettiva situazione di insolvenza, saranno pagati dagli azionisti (bene) obbligazionisti (quasi bene) e risparmiatori (!!!). Essi infatti come creditori delle banche vedranno trasformati i loro crediti/depositi in azioni/obbligazioni, cioè in carta straccia. Questo fenomeno sta accadendo in questi giorni perchè solo attraverso questa superbomba, già sperimentata a Cipro, i nuovi “signori della guerra” cioè le elite finanziarie che controllano la politica e l’informazione, che fa apparire “buono” ai sudditi quello che è pessimo, possono da un lato appropriarsi di tutto e, dall’altro lato, nascondere le proprie responsabilità. Come si diceva un tempo avranno “corpo e beni” dei sudditi, cioè di quelli che, ancora, i giornali fotocopia nazionali e locali e la TV chiamano ancora pomposamente “cittadini” (!!!). Caro Lugaresi credo così di avere, almeno un po’, spiegato perchè questa estate avrebbe “portato disgrazie”. Ovviamente questo non è la sola, ma è la peggiore: l’estate del 2013 sarà ricordata come la prima estate del Bail In. Una precisazione per chi pensasse che sto esagerando: pur non esistendo ancora una direttiva europea “Bail In”, essa è già stata praticamente scritta e “raccomandata” nella riunione Ecofin del 14/05/2013. Ovviamente proviene dai superurobanchieri di Bruxelles. Queste “raccomandazioni” finiscono sempre bene, per loro, come dimostra il Fiscal Compact, e così i risparmi dei “cittadini risparmiatori” diverranno carta straccia, con la scusa di proteggere i “cittadini contribuenti”. Con la speranza di sbagliarmi e con stima.
 Il Cancelliere