martedì 25 giugno 2013

Tu e Tax

Ieri ero a Roma e al bureau dell’hotel in cui avevo pernottato ho assistito ad un episodio assai emblematico, che non posso fare a meno di raccontarvi. Ero in attesa di pagare il conto della camera, davanti a me un corpulento e sudatissimo turista americano. Era lì, sommerso dalle valigie e dai troller della bionda e cotonata moglie che lo affiancava avvolta in un abbigliamento oversize, improbabile quanto refrattario al buon gusto anche per un americana di proporzioni tra il troppo e l’esagerato, che controllava il suo conto e chiedeva spiegazioni sui troppi drink segnati alla elegante cashier. Un dialogo serrato e cordiale che improvvisamente è diventato burrascoso, come un scatto d’ira. Sarà stata l’obesità prominente dell’ospite, sarà stata la sua reazione cosi imprevista da sembrare inattesa, sarà stato che si fa fatica a capirlo, ma appena l’elegante casher, dopo aver riconsegnato l’American Express con la quale aveva appena chiuso il conto, ha chiesto, 48 euro in contanti, per il pagamento della Tassa di soggiorno, l’Americano dopo averla guardata con quel misto di incredulità e sorpresa, le ha rivolto una frase che è risuonata in tutta la hall come il gong che apre il terzo atto della Turandot, un ruggito in cui c’era tutto e il niente di una richiesta che per l'Americano suonava senza senso. “It's obvious, you are mad”! Ricevuta l’insistenza, con le giustificazioni del caso, dalla elegante cashier, l’Americano si è immediatamente innervosito e in un italiano con un forte accento broccolino, non ha saputo resistere e le ha regalato un categorico e perentorio, “ Tu e tax, vaffanculo”! E con una leggerezza dei movimenti che certo non gli apparteneva ha lasciato la hall, sotto lo sguardo incredulo della moglie e del facchino che con quella montagna di bagagli lo inseguiva quasi fosse un camionista della Iveco."
alberto nardelli