domenica 16 giugno 2013

ParlaMercato

Finora la giustificazione interna al MoVimento è stata che non si possono confrontare i risultati delle politiche con quelli locali. Lo svuotamento degli aranceti elettorali siciliani è stato tanto violento da fare presumere che l'onda travolgente dello tsunami si stia ritirando. Elisabetta Gualmini autrice de "Il Partito di Grillo" sostiene che il fenomeno è stato sottovalutato prima, ma ora è in corso la drammatizzazione sulla sua presunta fine. A dire il vero in quattro mesi abbiamo letto una quantità di porcate pari a quelle lanciate in venti anni su Berlusconi, che forse qualche peccato veniale, mortale, politico, fiscale, imprenditoriale, coniugale ed erotico ha commesso. La compravendita di parlamentari è sempre stata una attività collaterale alla nomina degli stessi, una specie di mercato di riparazione per gli scontenti. E' successa con Prodi e D'Alema. Berlusconi lo ha elevata ad arte geografica arrivando agli italiani nel mondo. Uno valeva uno, non guardava colore e provenienza. Nelle verginelle democrat sono stati in tre che hanno abbandonato il posto originale, al termine della passata legislatura il Fritto Misto era uno dei gruppi più consistenti. La parte del Raiola tocca al Pidi, la crisi violenta del pidielle cerca di essere mascherata dalla stampa del Cavaliere. Il Grasso Foglio invece di riempire pagine sui misteri di Casaleggio potrebbe guardare in casa del padrone. Per dire male dei grillini non si guadagna male, Floris vale 500 mila euro. Beppe ha ragione quando dice che le elezioni amministrative hanno una storia a parte rispetto alle politiche, anche se questo non toglie che il segnale che gli elettori hanno dato debba essere tenuto bene in considerazione. Non ha ragione quando si sfoga con Baudo, era meglio raccontarla a Celentano, non la capiva, non la ripeteva. Una  riduzione di voti era prevedibile, tutti i partiti con una forte componente di protesta, in Europa, e ancor più in Italia, sono soggetti, dopo il boom e lo scoppiettio iniziale, a non superare certe soglie e a ridimensionarsi. Dopo il 25% di febbraio nessun serio analista poteva aspettarsi il ripetersi di simili performance. Ma se il Movimento si attestasse attorno al 15/16% che perfino Swg gli attribuisce in questo momento, sarebbe uno zoccolo durissimo dal quale partire o meglio ripartire. Il dilemma è come. Impensabile rifare le stesse pantomime con il cerchietto delle allodole, la forma del partito moderno è indispensabile, il radicamento sul territorio è una medicina obbligatoria, partendo dai consiglieri e sindaci eletti. Altrimenti la prossima volta rimarrà una testimonianza fintamente decisiva. Un grandissimo regalo al Pidi, che vedrete accoglierà non solo gli esuli delle diarie, ma scimmiotterà parole e concetti cari al MoVimento. Civati sembra l'onorevole più indaffarato al ParlaMercato. Sono arrivati a comporre una nuova maggioranza al Senato, la scusa per i profughi è una struttura antidemocratica, lenita da 18 mila euro con la possibilità che la manna duri 5 anni se George resiste. Non è una bella cosa, sempre meglio dell'attuale governo dell'inciucio.