lunedì 17 giugno 2013

Dal Niente al Futuro

Sarà capitato a molti leggendo un libro di Storia, di fantasticare sulle possibili evoluzioni, in ragione dei contenuti acquisiti. Nell'ipotetico Bignami, verrà scritto che in Italia dopo vent'anni di alternanza al potere tra destra e sinistra, gli unici che potevano dichiararsi soddisfatti erano i protagonisti e fiancheggiatori di questa lunghissima pantomima. Il nostro nipote lettore, dovrà attendere parecchio per leggere che tutti sono stati mandati via a calci in culo. Avevano perfino inventato un governo tra i due soggetti fintamente alternativi, per salvare se stessi, dietro al paravento degli interessi comuni. Il nome di Monti si vergogneranno di stamparlo, di Letta nomineranno solo lo Zio. Quando il giocattolo politico si ruppe per la scomparsa (politica) dell'inseminatore, si scoprì che il problema più serio non era la miseria prodotta, ma il degrado culturale che rendeva impossibile ogni piattaforma di rilancio. Il dramma vissuto era testimoniato dalle migliaia di suicidi provocati dal terrore del presente, dalla paura del futuro e dalle dimensioni di uno strano gruppo parlamentare chiamato Misto. Nel nostro fantasioso libro ci piacerebbe trovare le ultime e decisive pagine dedicate ad un MoVimento composto dalla parte migliore del paese, non perchè lo dice il web. Cittadini che interpretano la politica come una missione, senza scontrini e diarie, iniziando dal loro territorio di rappresentanza, conosciuti e stimati. Garantiscono gli interessi dei più deboli, ma anche dell'imprenditoria, del commercio, dei giovani, chiudendo le vergognose rappresentative sindacali ed associative del rantolante regime dell'inciucio. Un MoVimento popolare con una organizzazione moderna nelle forme, antica nella sostanza. Il compito dei 5 Stelle è di andare oltre, con una struttura semplice e trasparente. Le volgari accuse fatte a Grillo per le sue esternazioni partono sempre dalla forma, dall'essere un padre padrone o per la sua rudezza. Se le stesse posizioni fossero mosse da una figura riconosciuta e votata, toglieremmo agli apparati urlanti ed alla pletora giornalistica assoldata ogni alibi, obbligandoli ad entrare nel merito dei problemi. Certo che gli eletti grillini sono un branco di parvenù della politica, nessuno di loro aveva la minima esperienza, meno ne avevano, più il punteggio saliva. Il salto è stato audace, erano attesi al varco, sapevano che non erano dei Fiorito o Lusi, il trattamento doveva essere più malvagio. Cosa interessa alle corazzate della prima tessera del pidi, quello che sceglie il posto più comodo per pagare il fisco, se hanno rinunciato al finanziamento pubblico e quasi tutti si sono autoridotti lo stipendio. Chi non lo vuole fare si sposta temporaneamente nella casa chiusa del Misto, in attesa che Civati li sdogani. Il cambio forzato della cultura popolare nei confronti della Casta è uno dei grandi ed indiscussi meriti del MoVimento. Lo scossone è stato salutare, l'ubriacatura sembrava generale, ho ascoltato ingenue fanciulle che pontificavano come vecchie finocchiaro. Si erano guadagnate una facile laurea breve all'Università di Beppe, senza frequentare nessuna aula. La durata dei dieci anni in politica, la somma massima di contributo pubblico di cui s'intende usufruire, la cifra dei contributi privati che deve avvenire in termini trasparenti ed inconfutabili, ed infine il rendiconto della spesa sotto il diretto controllo di un organo terzo, sono dogmi. Volendo essere ancora più espliciti, abbiamo paura che il MoVimento mantenga come organismi decisori le conventicole litigiose degli storici fondatori. Frantumati dalle vicende parlamentarie e dagli effetti locali creati. Molto tempo passato a discutere del passato, poco a costruire un futuro amministrativo. In ogni caso meglio un grillino che un democrat, ancora.