giovedì 13 giugno 2013

Chi Vince, Chi Perde

Ha vinto il Pd, ha perso la democrazia autentica? E' la sintesi istintiva di queste elezioni, la percezione che coglie i pochi ancora votanti? Con gli stessi voti, ieri si perdeva di brutto, oggi si vince largamente anche con Epifani, grazie alle solite ammucchiate di cuori generosi e liste piene di personaggi disinteressati al potere, volontari della politica come il nostro imitabile Bertino. Il Pidi è un maestro nell'arte d'arrangiarsi, ha compiuto tre finte evoluzioni per arrivare al compromesso storico legalizzato e battezzato dall'officiante che avrebbe dovuto carontarlo sulle sponde del socialismo europeo. Cambiamo argomento, il nostro avvocato cancelliere ci dice che è uno dei temi più pericolosi da affrontare, la rabbia del momento potrebbe costringere il mouse a qualche pericoloso slittamento. Vorremmo essere tranquilli come gli amministratori di Aeradria. La compilazione delle liste per i democrat è un insieme di nuove e vecchie furbizie, un piano che di solito esprime il meglio della scarna produzione. Due personaggi come la Petitti ed Arlotti, quinta e sesta fila della vecchia rappresentazione teatrale danno la polvere alla Sarti, smarrita negli aranceti siciliani, testimoniando che non si nasce imparati ma spesso imprudentemente beneficiati. Addossare la colpa agli eletti oggi è un facile giochino, dovevano essere l'apriscatole del Parlamento, dopo due settimane erano in lotta anche con se stessi ed i loro commercialisti. La canea giornalistica assume anche toni commiserativi peggiori di quelli canaglieschi. La speranza di una rapida dissoluzione del MoVimento è diventato l'imperativo giornalistico. Perfino l'editoria del Cavaliere parla di un Grillo finito, mentre a Palazzo Grazioli per lo strepitoso risultato è ritornato il Bunga dei tempi migliori. Non cancelli in maniera tipografica nove milioni di voti, li puoi nascondere, celare, prestare, mascherare, ma prima o poi, forse prima, il dramma che stiamo vivendo si trasformerà in qualcosa di più inarrestabile e magari violento. Ci sarà qualcuno, come il frontaliere fiscale De Benedetti, che rimpiangerà Beppe. La debolezza sul versante amministrativo del MoVimento era palese, perfino a quelli che invocano stupidamente che uno vale uno, forse rivolto ai 163 intercambiabili. Chi pensava ad una facile e scontata rivoluzione ha sbagliato, così quelli che presumono che le idee, proposte, slogan, per una diversa politica siano scomparse con il proponente. Ammettendo che sia tutto così, vincerà chi saprà raccogliere il testimone. Non sarà più come prima, tanto meno per il pidi. Se la politica non sarà un mestiere, se prebende e numero dei privilegiati si dimezzeranno, se cesseranno i soldi ai partiti, se dopo due mandati si torna alle liste del cuore, se figli e nipoti verranno assunti con regolari concorsi, se televisioni di stato e stampa non avranno i nostri soldi, se le province di Aeradria verranno abolite e se le indagini..... Ringraziamolo adesso, ha fatto o tentato di fare dell'Italia un paese nuovo.

P.S.
Il Cancelliere ci ha sempre detto che le disgrazie capitano d'estate. Avete letto le notizie finanziarie o vi interessa solo la Gambaro?