giovedì 13 giugno 2013

Solo Fumo

Ogni elezione è una storia a sé, una partita a carte sempre nuova, dove non si sa mai come finirà la mano. Oggi gli elettori hanno maggior consapevolezza della situazione politica e votano non più per ideologia, ma sulla base di programmi e a seconda di chi dà loro maggiori sicurezze sul futuro. Certo, l’essere un partito fortemente strutturato sul territorio, indubbiamente, aiuta a rimanere a galla nei momenti più difficili e, anche quando i cittadini stanchi e disgustati dalla politica scelgono l’astensionismo, il radicamento territoriale salva la baracca. È proprio quanto accaduto nell’ultima tornata delle amministrative, dove il trionfo del PD è dovuto in larga parte alla fedeltà alla ditta. Dico in larga parte, perché esistono altri fattori che, se si vuol fare un’analisi approfondita, non devono essere sottovalutati. Innanzitutto vi è lo “schiaffo politico” che molti elettori hanno voluto genericamente dare ai partiti tradizionali, a febbraio, magari votando M5S. Questo “schiaffo” poi, non viene rinnovato quando si deve votare per il proprio sindaco e per un amico candidato al consiglio comunale; in questi casi prevale la persona contro l’idea, o al massimo si sta a casa perché disillusi oppure perché incazzati dal fatto che le tante aspettative che si avevano sul MoVimento o sul rinvigorito PDL non stanno dando i frutti sperati. Una cosa è certa, se dalle parole non si passa ai fatti concreti, oggi le urne ti si rivoltano contro. E i fatti concreti, soprattutto in vista di elezioni amministrative, sono rappresentati dall’essere sempre sul pezzo, pronti alla critica e prontissimi nell’avanzare proposte alternative; torniamo quindi al punto di partenza, l’importanza, anzi, l’assoluta necessità di radicamento territoriale e competenze, se si vuole fare politica. Atterriamo su Rimini e cerchiamo di capire cosa sta succedendo. Gnassi è l’uomo solo al comando, solamente che, anziché amministrare la città, ancorchè in solitudine, si limita ad organizzare feste ed eventi. Il dibattito politico nella maggioranza e nei partiti che la compongono è inesistente, anche perché se ci fosse, non potrebbe avere altra sintesi se non quella di cambiare immediatamente sindaco. Ne consegue che i consiglieri comunali, gli assessori e i dirigenti del PD, non contano più nulla e sono in balia del coreografo. Le opposizioni, stando così le cose, hanno davanti a loro, immense praterie dove scorrazzare. Invece, a quanto pare, preferiscono riposare all’ombra. Già, perché mentre il M5S tenta un’opposizione tematica, ma ancora non troppo incisiva in termini di raccolta di consenso, del PDL si sono proprio perse le tracce. A Rimini si è detto e scritto fino alla noia di società pubbliche sull’orlo del fallimento, degli strumenti urbanistici fermi al palo, e con essi tutto il relativo settore, dell’aumento delle tariffe dei servizi pubblici, dell’IMU tra le più alte d’Italia, di centinaia di imprese che chiudono ogni anno sul nostro territorio, dell’incapacità di dar regole alla spiaggia, della criminalità organizzata che penetra ovunque, del centro storico in balia della microcriminalità, posso continuare volendo. Ma con tutto questo popò di roba, il minimo che si dovrebbe fare è organizzare una manifestazione in piazza Cavour per dire basta al non governo di Rimini. In una democrazia dell’alternanza sana e non inciucista, dinnanzi ad un declino lento ma inesorabile della città, i partiti di opposizione dovrebbero insorgere e richiamare al valore del bene comune non solo chi governa, ma anche tutti i cittadini vittime della situazione e pretendere le dimissioni del sindaco. Nella terra del consociativismo questo non accade e forse non accadrà mai. Il PDL non vincerà mai le elezioni a Rimini, un po’ perché non ci riesce, un po’ perché non vuole e non ha mai voluto e l’unico che può far fuori Gnassi è Gnassi stesso: basta che continui a fare quello che sta facendo. Resta l’altra forza di opposizione, il M5S: delle chances di conquistare Rimini i grillini le hanno, ma devono strutturarsi, radicarsi, battere il ferro dei temi finchè questi sono caldi e soprattutto, avanzare proposte alternative e credibili e su di esse coinvolgere i riminesi. Ragazzi, Gnassi fa solo fumo, se avete i polmoni buoni, è ora di soffiare per disperderlo.