domenica 30 giugno 2013

Sciacallo

Una persona di cui ogni tanto mi onoro di ascoltare i racconti, Massimo Lugaresi, mi ha detto che una volta il Consiglio Comunale si teneva al Palazzo dell'Arengo e che, nonostante fosse notevolmente più grande dell'attuale Sala del Consiglio, veniva regolarmente riempito di spettatori. Non era infrequente che per assistere ad un Consiglio Comunale bisognasse rimanere in piedi. Certo erano altri tempi e la politica aveva un altro odore. In Consiglio sedevano fini oratori e anche quelli che non lo erano di natura, dovevano sforzarsi nell'adeguamento per non essere soverchiamente annullati. L'Ars oratoria in questione era forse ispirata dalla passione politica, ma anche, sicuramente, dalla certezza di rappresentare un'élite selezionata tramite il voto per testimoniare la società civile. La sicurezza era data dalle centinaia di persone che facevano da spettatori. Oggi in Consiglio Comunale non va più nessuno. Fuor di retorica... questo è un male pernicioso, ragione di rovina. L'organo principale di Amministrazione delle questioni comunali è stato pensato pubblico per una ragione molto precisa: perché si desse conto al pubblico delle decisioni, un'assunzione di responsabilità. Non bisogna fare l'errore di pensare che basti una minoranza a contrastare una maggioranza con un distorto senso delle priorità pubbliche, soprattutto nel caso in cui la coalizione in questione fosse composta di personalità scarsamente rilevanti. Così tuttalpiù per farsi approvare un bilancio, che non smonta gli abitudinari errori (chiamiamoli errori) di amministrazione, basta sospendere una privatizzazione e costruire il PalaBertino, struttura ludica e ricreativa, in mezzo ad un parco, alla modica cifra di 250,000 €. Lo so... qualcuno starà pensando che, magari, data l'emergenza il bilancio poteva essere posticipato e il quarto di milione dedicato ad altre cose per il momento, in fondo è stata richiesta una Calamità Naturale! Attenti però ad esprimere certi pensieri, potreste essere accusati di sciacallaggio. Avete presente lo sciacallo no? No, non il canide, proprio quella brutta persona che sfrutta le disgrazie degli altri per vantaggio personale. Esagerato, ma è successo ed è stato il Sindaco in persona a chiamare in quella maniera uno degli spettatori del Consiglio Comunale di Giovedì scorso. E poi si dice che nessuno voglia più assistere alla politica. La Casa Comunale, il Palazzo di Vetro e poi... quasi quasi se non stai attento il Primo Cittadino ti insulta personalmente? Chiamatelo come volete ma questo non è certo un invito alla partecipazione. La ragione è chiara: per questa classe politica la partecipazione è mettersi da una parte e fare di si con la testa, cosa che deve essere eseguita pedissequamente, senza permettersi di postare nulla su Facebook. E' così, oltre che l'etica e la deontologia, questa settimana apprendiamo che anche l'etimologia è sacrificata all'interesse politico e il nuovo significato di sciacallaggio è: manifestare dissenso e perplessità nei confronti della giunta al potere. L'importante è saperlo perché, se questo è il significato corrente, io mi pregio del titolo di Sciacallo, senza neanche pensarci due volte. Il mio nome è Davide Cardone, sono uno sciacallo e lo sono diventato perché non mi piace questa politica a cui puoi partecipare solo come testimone, peraltro mai chiamato a testimoniare. Non mi piace l'arroganza con cui il Presidente del Consiglio Comunale chiede alla Polizia Municipale di mandare fuori chi è stato insultato, per non permettergli di dissentire ulteriormente. Non mi piace la piaggeria con cui 16 Consiglieri di maggioranza alzano la mano senza mai un'incertezza, senza mai un dubbio, senza mai un'ulteriore riflessione, se non quella di trovare qualche motivazione astrusa. Aneddoto (giusto per capire): Durante la l'ultima seduta di approvazione del Bilancio Provvisorio sono stati presentati diversi emendamenti, tra cui quello dello “sfondamento di via Tonale”, un'azione caldeggiata anche da un esponente della maggioranza, il Consigliere Sara Donati, assente nell'occasione. L'emendamento viene presentato dal Movimento 5 Stelle e bocciato dalla maggioranza. Successivamente viene presentato da Gennaro Mauro del PDL. Risponde per la Maggioranza il Consigliere Zerbini: “... Per quanto riguarda la sua filippica iniziale riguardo l'impermeabilità ad ogni suggerimento eccetera eccetera.. e quindi io non farò più (lei ha detto) emendamenti, non è che non deve fare più emendamenti, magari li faccia bene. Le leggo semplicemente il parere della contabile, parere negativo di irregolarità contabile sul suo emendamento: in quanto l'anticipazione dell'investimento al 2013 non indica le necessarie risorse finanziarie. Consigliere... insomma...c'è scritto qua eh....” Dopodiché lascia cadere la delibera proposta sul suo banchetto con mossa scenografica che probabilmente intendeva dire “e anche questo l'ho fatto fuori” (il Magnetofono è impietoso: minuto 5:23:03 dello streaming). Senonché, due interventi dopo il Consigliere Tamburini ( minuto 5:24:59) gli fa notare che il medesimo emendamento presentato dal Movimento 5 Stelle aveva ricevuto invece parere contabile positivo e nonostante questo è stato ugualmente bocciato. Dunque se il Dio Anubi (restando in tema di sciacalli) avesse messo alla prova i cuori dei due consiglieri quale sarebbe potuto rimanere in equilibrio con una piuma nell'altro piatto della bilancia? Non lo so (mento), ma quello che so di sicuro è che la motivazione di Zerbini era un'emerita puttanata. Ecco i metri e le misure che si usano in Consiglio per valutare i possibili apporti della minoranza. Concludendo... Non è la gente che si è allontanata dalla politica, come va tanto di moda dire. Al contrario è la politica che si è allontanata dalla gente, in quanto non vuole rendere conto del suo operato. Forse crede di poter far da sola, non sono pochi quelli che dicono “non si può dar retta alla pancia dell'elettorato”, altra frase che va tanto di moda, o forse per ragioni molto più meschine, ma comunque si tratta di un errore mortale. Come già avevano capito gli imperatori molto tempo addietro: il potere non te lo puoi prendere, va conferito. Gli imperatori si facevano incoronare dai Papi una tantum e ciò bastava, oggi, altri tempi, bisognerebbe che questo investimento fosse conferito ad ogni pubblico evento democratico, ma a quanto pare non ne siamo degni.
 Davide Sciacallo Cardone