lunedì 10 giugno 2013

La Festa

RaiNews 24 di Rete Tre è da sempre la succursale televisiva di Repubblica. Barbapapà ha ieri imperversato con una pugnettosa intervista sulla vita del Presidente usando una maniacale attenzione a non rivelare gli anni del Guf. Nella sua giovinezza Napolitano ha incontrato solo antifascisti e giovani scrittori. Poi è arrivata la conversione al comunismo senza  ricordare i carri armati sovietici. L'informazione gira così, il buon Fico avrà tanto lavoro da fare. A Firenze si sono celebrate le giornate del giornale del Pidi, quello che dal dopoguerra non mai indovinato un candidato decente. E' rimasto Renzi, sul finto rottamatore hanno puntato tutte le fiches rimaste. Ha detto che questa volta non si farà fregare nelle primarie congressuali. Faranno un regolamento per lui come indica da tempo la stampa di regime. Dopo avere dedicato quattro mesi alla demolizione del MoVimento, grazie alle diarie, pensano di avere risolto i problemi con l'unica opposizione rimasta a quella finta sellina ci pensa la Boldrini. Berlusconi per venti anni viene dipinto giornalisticamente come il peggiore delinquente politico, sapevano che aveva dei punti deboli, conflitti d'interesse ed amorosi. Lo hanno preso per il ca..e lo tengono stretto. E' finita anche l'epopea dei procuratori prestati alla politica, quando uno come Matteo definisce Ingroia come un cancro da estirpare, significa che la battaglia della moralizzazione per via giudiziaria ha fatto il suo tempo. Ha ragione Grillo, il Parlamento è una culla politica vuota. A dire la verità la stessa frase la disse Berlusconi nel momento del suo massimo splendore elettorale, definendo inutili i 915 parlamentari, erano sufficienti i capigruppo per eseguire gli ordini. I 163 del MoVimento sono serviti per incasinare tutto. È infastidito il sindaco di Firenze, accusa di volerlo fuori dai giochi. Pier Luigi Bersani, con qualche valida ragione sarebbe tra quelli, ha un ottimo rapporto con Epifani, per quello che vale, dalla sua ha anche Nico Stumpo, il ragioner Fellini del congresso. L’idea di Bersani sarebbe quella di restringere la platea dei partecipanti alle primarie, meno gente viene chiamata da "fuori" più si restringono le deboli speranze di Renzi. Vale nel Pidi l'antico concetto che ad un Premier democristiano non puoi affiancare un Segretario dello stesso colore. Ecco perché l’ex rottamatore sarebbe partito all’attacco, rompendo gli indugi. Non a caso l'ha fatto ad una Festa organizzata dal Pidi di Repubblica, che sosteneva Bersani, prima ancora Prodi, Rutelli per arrivare a De Mita. Questo per ridire che non hanno mai indovinato un personaggio. Nel quotidiano della tessera svizzera N°1, si sono formate una decina di correnti scriventi. Sono però tutte concordi nell'annientamento obamiano degli eversori grillini. Ad ogni modo, nonostante gli attestati di stima nei confronti di Matteo Renzi da parte di D’Alema e Veltroni passando per Fassino e il giovane turco Orfini, esisterà sempre l'asse strategico dell'apparato comunista per impedire la rottamazione di una intera classe dirigente ed arrivare ad una augurabile diaspora per collocare ognuno nella propria casella culturale. Franceschini, forte del ruolo di Ministro per i Rapporti con il Parlamento, avrebbe in mano le chiavi del governo, non vuole sentir parlare del sindaco di Firenze, potrebbe puntare su una candidatura come quella di Roberto Speranza, giovane parlamentare di rito bersaniano, fedele alla Ditta od uno come Cuperlo. Insomma per Renzi la partita è dura, è stato più facile convincere i finanziatori dei fondi.