giovedì 4 aprile 2013

Parafrasando

Parafrasando la profonda convinzione con cui Bersani ha tentato, fin qui senza grandissimo successo, di dare un governo al paese, si potrebbe dire che a Riccione il pd "chiede una nuova guida perché ha dei problemi, ma manca di fiducia e ha bisogno di cambiamento". La scelta del nuovo segretario del partito passa quindi da questa convinzione che sembra ormai aver trovato ampia e assoluta condivisione. Ma all'orizzonte sembra proprio che la soluzione non si intraveda. I nomi che circolano sono, senza nulla togliere alla loro personale capacità di impegno e alla volontà di ciascuno, per molti versi inadeguati al compito. Citarli non serve, si conoscono già. Quel che invece occorre dire è che ciò che manca o che si intuisce che manchi è la giusta predisposizione alla scelta, che ricordo ha il suo punto di sintesi nel voto delle assemblee di circolo, ancora troppo ancorate all'acien regime, per poterne confidare nella svolta. Arrivati ad affrontare questo repentino cambio dopo le dimissioni di Cinemamuto, il pd riccionese non ha avuto il tempo , ma io credo né la volontà e meno che meno la possibilità, di affrontare il passaggio offrendo agli iscritti e alla città una più ampia riflessione sulle ragioni e le opportunità che lo obbligano all'apertura di un nuovo corso. La breve quanto auto consolatoria e catartica analisi del dopo voto, con la presa d'atto della deflagrante sconfitta che si è maturata, non spiega né assolve tutte le questioni aperte , così come non libera il partito dalle sue antiche responsabilità. E rimandare tutto al prossimo congresso non fa altro che radicare ulteriormente la frattura con la città e i propri elettori. Ecco quindi che la scelta del nuovo segretario diventa una scelta che obbliga il partito a muoversi, adesso, tra fiducia e cambiamento. Tra lo sforzo di trovare le l'energie capaci di riannodare i legami di fiducia spezzati con la città e dare al tempo stesso il segno di un radicale e profondo cambiamento. Non serve cambiare per cambiare, o peggio dare solo la sensazione del cambiamento. Ciò che serve è dare al partito democratico riccionese una nuova prospettiva, più sociale e meno egemonica, più pragmatica e meno ortodossa, più autonoma e meno condizionata. Scimmiottare la politica e i meccanismi nazionali di governo del partito e' ridicolo oltre che assolutamente inconcludente. Porre la questione come una alternativa tra il bersaniani e i renziani è come giocare a calcio con le figurine Panini. Al Pd di Riccione occorre un segretario che sia invece espressione della città e non delle sue anchilosate correnti. Occorre un segretario che sappia cogliere il sentimento di una città che al di la della crisi in cui sta lentamente sprofondando, ha perso soprattutto valori di riferimento e identità. Un segretario, insomma, che spalanchi le porte della partecipazione, della condivisione e soprattutto della responsabilità alle nuove forze e ai nuovi protagonismi sociali che numerosi si agitano in città.
alberto nardelli