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Renzi ha fretta, mancano due settimane prima che si inizi a votare per un Presidente garante del Patto tra Pd e Pidielle. Metà del gruppo piddino con il pidielle compatto ed italia futura sono d'accordo per non votare Prodi, il nemico di Berlusconi. Prima che Matteo annunciasse il suo rientro in campo, minacciando l'arbitro George che stava perdendo tempo, secondo sondaggi abbastanza attendibili nel mercato parlamentare, il Governo Renzi avrebbe una buona dose di proseliti, quasi 170 vecchi e nuovi rottamatori spinti dalle pulsioni più diverse, ma coagulati dalla paura di andarsene a casa e sparire nell'oblio Bersani. C'è qualcuno adesso che rimprovera Grillo? Piano, piano il gruppo del MoVimento impara a non cadere nelle trappole più facili da individuare, ne metteranno altre, i cacciatori di Rep sono i più infidi. L'ipotesi di un governo di larghe intese, truccata dalla presunta supponenza dei grillini, come fosse una sorpresa sapere che sono stati eletti per non dare i voti al Pd, sta assumendo le sembianze desiderate. Grillo ha messo una pietra tombale sui pruriti che da qualche parte sorgevano sulla necessità di portare aiuto ai piddini. Ha ragione, se uno voleva fare volontariato politico li votava. La loro intenzione, a parte il commovente Bersani, era quella delle larghe intese. La vecchia casta dei D'Alema, Franceschini, Veltroni, Letta hanno sempre spinto in questa direzione, il pranzo della speranza di Arcore ha insignito Matteo come primo interlocutore del Banana in moratoria giudiziaria. Lo volevano sempre fare, lo hanno fatto coperti da Monti e George, il risultato elettorale li ha denudati. Lo spettacolo è vietato ai non votanti. Almeno non rompano le palle con la necessità di farlo per il Paese. Lo fanno per loro.