venerdì 5 aprile 2013
Un Cane Francese
Siamo alla resa dei conti? O è tanto rumore per nulla? Sta di fatto che dentro il PD, Renzi ha capito che, come dicono i francesi, il cane si mena quando caga. E di cagate Bersani ne ha fatte tante in questi ultimi giorni, in nome di un capriccio personale e di una superiorità partitica che non esiste, tanto meno nelle urne. Matteo da Firenze scalda i motori per ….già, per fare cosa? Un nuovo partito? Un accordo con il PDL? Prendere in mano il PD? Sano folklore toscano? Qualsiasi cosa sia, se stavolta non si traduce in concretezza politica, i bersaniani lo triteranno fino a farne carne da finocchiona e lui si sarà perso, come fece Segni, la più grande chance che la vita gli poteva offrire. Ma se Renzi dovesse farcela e diventare, con o senza PD, il candidato premier del 60% dei votanti italiani, cosa succederebbe dalle nostre parti? Siamo sicuri che i giovani turchi, come sono chiamati i giovani bersaniani da salotto, resteranno fedeli al perdente segretario? Gnassi, Vitali, Petitti, Bernabè, Galli, Agosta non ci sembrano disposti a fare battaglie ideali, nemmeno in nome della coerenza. E che faranno gli Arlotti, i Piva e le Turci, anguille democristiane sempre pronte a stare col vincitore? Già, il rischio, soprattutto nelle nostre zone, è proprio questo: che la battaglia per il rinnovamento, non solo generazionale, venga inficiata dall’incoerenza di quelli da rinnovare, che diventeranno, magicamente, renziani della prima ora. Inutile dire che Zerbini e le sue giovani marmotte verranno travolti da questo contrordine di massa. Già immaginiamo Gnassi che tira fuori dal cassetto della censura la sua foto con Renzi in bicicletta e la manda alla Gruber e a Tele Cina. Una cosa sola non lascia spazio all’immaginazione ma si manifesta come solida certezza: se Matteo Renzi non farà un gesto concreto al di là dei proclami twitterini, non solo per accomodare il suo culo ma per dare una seconda gamba alla rivoluzione iniziata da Grillo, agli italiani non resterà che affidarsi a quella Divina Provvidenza che ultimamente sembra l’unica ad avere la stoffa per lavorare nella direzione giusta.