Fabrizio Barca fu Luciano è membro ininfluente del governo Monti, un ministro che ha la stessa importanza del delegato riminese all'urbanistica sotto il segno di Gnassi. Il pedegree è intonso, non tanto per gli studi alla Bocconi ed i veritieri master angloamericani che lo dipingono un misto tra Napolitano ed il peggiore premier tecnico, quanto per le garanzie che il padre gli ha lasciato. Tutta questa lunga pugnetta preambolare per dire che il Dott Fabrizio non essendo iscritto al Pidi può rappresentare un degno successore al fantasma di Bersani. Una alternativa di sinistra antica al democristianesimo di Renzi, spacciato per finto modernismo rinnovatore. Banca d’Italia e Frattocchie, Bocconi e Fgci. Fabrizio Barca sorvola quella rigida distinzione tra tecnici e politici, la chiave giusta per ambire a traguardi impensati, tanto che non ha mai pensato ad iscriversi al partito che vuole guidare. Ma andate a fan... Vuole candidarsi a guidare il Pd. Lo lasciava intendere da tempo, ieri è stato ancora più chiaro, ha perfino affermato che il Pd è l’unico partito del cambiamento che c’è in Italia. Lo volete lasciare a piedi? Rep ancora non si è lanciata in previsioni superanti almeno il 40%, non tarderanno, come si sveglia l'Eugenio darà ordini in proposito. Luciano, il padre, partigiano, è stato parlamentare del Pci e direttore di Rinascita e dell’Unità. Il figlio segue la trafila. Il partito, la Fgci, le sezioni, la militanza, le manifestazioni. Meglio del Migliore. Alla fine degli anni Settanta Barca entra nel servizio studi di Banca d’Italia ed inizia la strada del burocrate ma di lusso. Si mette a studiare i distretti industriali allora misconosciuti di cui tanto si parlerà negli anni a seguire. Può iniziare la galleria dei sospetti, la frequentazione della più importante Banca del Debito non è più lecito assumerla come referenza politica, i fallimenti a catena ed i suicidi di stato, sono segnali di un crescente nervosismo dei cittadini nei confronti di questi gestori pubblici del nostro denaro. Nel partito o meglio in quello che resta dopo l'ennesima diaspora è meglio che organizzi subito un ritiro in salsa grillina in qualche agriturismo romano, può pensare al solito ticket della sfiga. Lui segretario e Renzi premier, avete già la maggioranza dei consensi dei cittadini che non voteranno M5Stelle. Ma riandate a ...
P.S.
La Petitti ed Arlotti possono continuare ad interpellare la Cancellieri.