venerdì 7 giugno 2013

Doppio Binario

La novità è che sulla partita dello stop al TRC, vero o finto che sia o che sarà, il campo si allarga. Nella riunione di ieri sera, quella in cui gli iscritti al Pd, presenti solo non più di una cinquantina di tesserati, che nel corso dei lavori hanno pure manifestato qualche piccola perplessità, hanno preso atto del cambio di indirizzo sul TRC che il Nazareno intenderebbe portare avanti per scongiurare la imminente catastrofe sui conti e sul territorio di Riccione, il segretarioFantino ha aperto un nuovo binario di azione che dovrebbe nelle sue inteznioni dare alla richiesta di modifica e di recesso, un avvallo politico. Avocando a sé parte della strategia, ha chiesto e facilmente ottenuto dai suoi iscritti, il mandato esplorativo presso gli altri organi intermedi del partito, quello provinciale e quello regionale, per trovare una via d’uscita politica che con un eventuale modifica agli accordi sul TRC, salvi Riccione e non penalizzi Rimini. Un’azione che, si pensa così, di esercitare su un doppio binario. Da una parte il Nazareno che sarà chiamato a breve ad affrontare con il Comitato di coordinamento provinciale il nodo delle richieste di variazione al progetto e all’accordo di programma. Tentativo che se pur finalizzato a prendere tempo nella speranza che la situazione si evolva da sola o che sulla questione intervengano misure restrittive di forza maggiore o di prassi amministrative e finanziaria che ne rallentino la realizzazione, ha bisogno di un sostegno a monte di carattere politico. Senza il quale il Nazareno rischia da subito di andare a sbattere contro un muro di cemento armato. Il che non solo gli farebbe saltare la debolissima strategia dilatatoria, ma lo esporrebbe ad un’ennesima figuraccia. Dall’altra, il Fantino, che avrà il compito di trovare una linea di convergenza all’interno dei diversi livelli di governo del partito. Un impegno assai gravoso con esito imprevedibile che il Fantino non ha nascosto, sapendo che si troverà di fronte chi all’interno del suo partito, sul TRC, si è giocato la credibilità e la reputazione, oltre che un pezzo di carriera politica. Un tentativo senza speranza, forse. Ma una ottima mossa che, pur nella sua evidente e conseguente ragione di far credere, poi, di aver posto in essere e con convinzione, prima di cedere o di arroccarsi dietro un’azione legale con labili presupposti concreti di diritto e di successo, ogni possibile tentativo di fermare il Mostro, potrebbe, se consapevole e convinta, dare la scintilla ad un corto circuito che rischia di sfondare la ragnatela delle geometriche egemonie di governo e di interessi del territorio che il Pd ha reso, fin qui e nel tempo, inviolabili. Una mossa per lo più e in qualche modo inconsapevolmente azzardata che può mettere sul tavolo una ormai radicata consapevolezza che nel Pd provinciale e forse anche in quello regionale, tarda a farsi convinzione. A Riccione, tutti sanno che il TRC è la spada di Damocle che è pronta ad abbattersi sul PD e sulle sue velleità di mantenere la leadership di governo della città. Oltre e molto di più il fallimento stesso del Nazareno.
alberto nardelli