Totalmente infondata appare la polemica contro la Svezia per la campagna pubblicitaria di
cui si legge sulla stampa. Detta campagna è in effetti a favore di un parco giochi per
bambini o ragazzini, quali Mirabilandia, Fiabilandia etc. Lo slogan pubblicitario,
mostrando bambini scontenti, il parco è a Goteborg, dice pressapoco: " anche
quest'anno alcuni bimbi svedesi saranno costretti a passare le ferie estive in Italia/ a
Creta/ a Maiorca". Da notare che per Spagna e Grecia vi è la citazione esplicita della
località mentre non si fa menzione di Rimini. Nell'"inventio" la campagna ricorda quella
di una compagnia di crociere che mostrava due adulti piangere. Dunque: ma è evidente che
non vi sia alcun intento denigratorio. Anzi i luoghi a cui lo spot si riferisce, sono quelli canonici nei quali gli svedesi vanno in vacanza nel Mediterraneo e come tali
sono presentati; luoghi che accontentano adulti ma non possono essere paradiso dei bimbi
come lo è evidentemente un parco giochi! Pertanto il messaggio nulla ha di denigratorio
se si vuole fare un paragone è come se Mirabilandia invitasse gli italiani ad
accontentare i propri bambini per un anno trascorrendo ivi le vacanze piuttosto che in
ameni luoghi esotici tanto amati dagli adulti quanto indifferenti o peggio, e qui
scatta l'artificio retorico della Iperbole con il pianto, ai bimbi. Se di qualcosa può
essere accusata questa pubblicità è di scarsa originalità e carente fair play per il
ricorso ai bimbi, non certo di denigrare le località che menziona ma anzi semai
involontariamente di rivalutarle presentatondole come mete classiche amate dagli svedesi.
Ben diverso sarebbe il caso in cui il committente fosse l'ente turistico svedese.
Quindi, tempesta in un bicchier d'acqua, tanto rumore per nulla e soprattutto, oltre
l'evidente equivoco, coda di paglia del locale assessore Galli 'capofila' degli
indignati per la neppure citata Rimini.
A. Amati