Li ha messi nell’angolo. Da navigato politico, di vecchio regime, il Nazareno ha giocato le sue carte con una maestria d’altri tempi. E ha costretto i suoi più accessi oppositori all’interno del PD a ritrovarsi di fronte ad una scelta pressochè obbligata. Dovranno, se vogliono ancora restare dentro le mura amiche, adeguarsi alla sua volontà, dopo aver fatto loro credere che si sarebbe invece uniformato a quella espressa dalla sua maggioranza. Giovedì prossimo, gli iscritti del PD riccionese saranno chiamati a votare la proposta sul che fare del TRC che la coppia Nazareno/Fantino hanno tra loro concordato e, con l’arguzia dei politicanti di mestiere, fatta passare come la proposta di tutto il PD. Nessuna uscita radicale dal progetto, nessuna disdetta dell’accordo di programma. Solo una richiesta di modifiche che già nella sua esposizione e nelle sua declinazione, ha tutti i canoni della irricevibilità, oltre che della quasi certa irrealizzabilità. Una mossa furba che si propone soltanto di mettere, eventualmente, in atto un contezioso con un complicato procedimento di controversia, anche legale, che punta solo ad allungare i tempi, con il poco nascosto obiettivo di scollinare a dopo le elezioni amministrative del 2014. Una furbata, insomma, che era stata già a suo tempo denunciata da coloro che dentro il PD si sono dati un gran daffare per fermare l’opera, mettendoci reputazione e anche quel filo di colpevole incoerenza che gli è stata anche pesantemente affibbiata. Ma dietro questa operazione di ricamo politico, non c’è solo questo. C’è ben altro. C’è soprattutto una strategia più sottile. C'è che nel periglioso e arduo cammino verso la sua ri-candidatura, il Nazareno e il suo Fantino, hanno deciso di fare un po’ di pulizia all’interno del PD. E hanno cominciato a mettere fuori gioco tutti quelli che con la campagna per fermare il TRC si erano posti l’obiettivo di dare al PD riccionese una svolta radicale riposizionandolo sul terreno della credibilità. quelli che se pur in modo disarticolato e a tratti ingenuo, ma palesemente convinto volevano esercitare quel cambiamento che a Riccione è ormai più che necessario, oserei dire, vitale per le sorti stesse del futuro di questa città. Ci hanno provato, esponendosi in prima persona con il loro NO al TRC, tirando fuori e facendo così trapelare tutte le incongruenze e le leggerezze che la gestione del Nazareno aveva fatto esplodere, non solo sul TRC, ma su molte altre partite di imbarazzante sciatteria politica, alcune che come si dice da quelle parti hanno le calzette, come, last but not least, il recente ampliamento del canile. Ma come ci ricorda Joliet" Jake Blues, quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. E allora il Nazareno, abbandonate le sue vesti da vittima sacrificale, asciugato il suo piagnisteo, è passato al contrattacco. Con il gioco delle tre carte, ha messo le mani sul partito, facendo eleggere, con l’appoggio dei suoi antichi nemici, il suo fidato fantino, come segretario traghettatore (verso la sua ricandidatura!). Ha lasciato che molti di coloro che lo vedono come uno dei principali responsabili del fallimento del Pd a Riccione, lasciassero il partito. Ha chiuso accordi di scambio con i soliti noti per puntellare la sua fragilità e ha lasciato infine che i suoi oppositori arrivassero ad un punto di non ritorno. Facendo in modo che si esponessero fino al punto da non poter accettare la decisione del partito, che giovedì gli iscritti approveranno , sul TRC, senza perdere la faccia e la credibilità. Chapeau!
alberto nardelli ·