martedì 4 giugno 2013

Secondo Francesco

Il Vescovo di Rimini entra molto raramente nelle vicende politico- amministrative della città. Due sono però le occasioni, ormai istituzionalizzate, in cui il Vescovo Francesco parla non solo ai fedeli, ma a tutti i cittadini ed in modo particolare a chi ha la responsabilità di amministrare il nostro territorio. Parla di Dio, ma parla anche di uomini, della loro pacifica convivenza e del lavoro di tutti verso il bene comune e per il bene di Rimini. Ciò avviene in occasione della festa del Patrono, il 14 ottobre, e al termine della processione del Corpus Domini, quest’anno tenutasi lo scorso giovedì. In tali occasioni sfilano contriti ed adoranti tutti i politici della nostra città, di destra e di sinistra, laici e cattolici, desiderosi di far vedere al Pastore quanto sono diligenti le pecorelle del gregge. I giornali del giorno dopo titolano in prima pagina con i messaggi chiave del tanto atteso discorso. O almeno, titolavano! Già, perché quest’anno, i quotidiani locali, non hanno riportato nemmeno una riga del discorso del Vescovo. Quali banalità avrà mai detto Lambiasi per essere ignorato a fotocopie unificate? Andiamo sul Sito Amorevole che non può non riportare il discorso del Capo. E lo pubblica per intero. Superata la prima parte, troppo alta e non interessante ai nostri fini, sobbalziamo increduli. Leggiamo testualmente: “Facendo eco al vescovo di Roma, anche il vescovo di Rimini sente il proprio inderogabile dovere di denunciare con voce chiara e forte varie forme di violenza presenti nella nostra città. Ne elenco alcune che risultano tra le più gravi. La prima è la mafia. Infiltrazioni malavitose sono ormai documentate. Il nostro territorio risulta un terreno molto appetibile e di facile accesso. In esso non è impossibile né difficile trovare complicità e connivenze. ……..Anche il gioco d'azzardo, un secondo fenomeno devastante, è violenza perché crea dipendenza e schiavitù……un fenomeno globalmente in crescita preoccupante in tutto il territorio nazionale e anche nel riminese, con una rete fittissima di punti di gioco, e volumi di denaro impressionanti. Un terzo fenomeno di degrado umano che nessuna ordinanza sembra riuscire più ad arginare, in nome di un garantismo che lascia sconcertati, è la violenza della prostituzione.” Un grido d’allarme, se non vogliamo chiamarlo atto d’accusa, che il Vescovo lancia senza tanti giri di parole. Fenomeni gravissimi che inquinano una città e chiamano tutti i riminesi alla mobilitazione. Ora, le cose sono due: o il Vescovo ha detto emerite cazzate e, come una qualsiasi lettera di un qualsiasi comitato composto da tre sfigati, non è stato ritenuto degno di essere riportato, oppure c’è un inspiegabile silenzio da parte delle nostre quattro fotocopiatrici locali e un altrettanto inspiegabile silenzio da parte del Sindaco e del Presidente della Provincia, sempre pronti ad accusare, ma restii ad essere bacchettati. Non vogliamo trarre conclusioni da questo episodio, siamo solo leggermente preoccupati, perché censurare i problemi con un velo di silenzio, fa emergere aspetti molto più inquietanti. 

P.S.
La Pista Ciclabile (?) non è stata ancora citata