mercoledì 3 luglio 2013
La Pompei di Gnassi
Il disastro delle fogne è l'ultimo atto di una lunga serie di fallimenti collezionati da questo sindaco. In altri tempi, non lontanissimi, sarebbe stato mandato ad esercitare il mestiere per il quale si è allenato e sembra dotato. Dalla piadina del Nud e Crud all'esercizio della interessante professione di imprenditore ludico... con i suoi soldi. La nostra Città sta affrontando anche il rigurgito di una insicurezza generale, dove avventurarsi nei parchi o nel semibuio ti concede la fortuna di una avventura che speri di potere raccontare. Al Parco Marecchia ci sono accampamenti mai visti prima. Troppo assorbito dagli annuali impegni organizzativi sui quali si sente un docente, ha trascurato la città che imprudentemente il partito unico gli ha consegnato. Se ci fosse ancora qualcuno in grado di dettare la linea ed imporla, Free Burger sarebbe già stato dirottato ad altro incarico senza il compito di fare danni. A Rimini e Bologna in questo momento non c'è nessuno in grado di rimuoverlo, il nemico Melucci, mentore di un Turismo fottuto, non se la passa bene assieme a VascoLegge7, che ha perso tutti i punti di riferimento nazionali. Hanno solo Renzi da spendere, però grande parte dell'apparato partito lo vede come un usurpatore del quale non si fidano. In realtà con gli eredi del pici non ha alcuna attinenza, per dirla molto chiara sarebbe un ottimo rappresentante di una destra moderata e liberale. Post Silvio. La gestione fallimentare ha avuto il triste epilogo in una bolgia infernale chiamata festa, uno sballo voluto che ha premiato una precisa organizzazione, permessa in una città nella quale si indaga solo su tutti. Fiera, Palas, Trc le tre grandi infrastrutture riminesi costate, ma non ancora ripagate, quasi 500 milioni sono il simbolo degli errori tragici avviati, non è solo colpa di Gnassi, la sua peculiare, personale è stata quella di circondarsi della più incapace corte sindacale, non ci sono solo gli amici del cuore, ci sono tanti falsi compagni dell'incasso. Gli unici che hanno avuto il coraggio e l'onestà di chiedere delle dovute riparatrici dimissioni sono stati tre consiglieri del MoVimento, solitaria opposizione istituzionale. Per una questione di rispetto almeno non delegate il figlio di Nando alla risposta o peggio Agosta. Il Pidi chiese le dimissioni di Biondi per il crollo delle mura di Pompei, per i disastri di Rimini una giunta non basta.